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Economia sommersa: anche l’industria dei falsi perde colpi

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ROMA (WSI) – Brusco calo del 10% nel numero dei prodotti contraffatti sequestrati dalle autorità doganali europee nel corso del 2013. Lo scorso anno, la polizia di frontiera ha messo i sigilli su poco più di 36 milioni di prodotti sospettati di violazione dei diritti di proprietà intellettuale a fronte dei 40 milioni di un anno prima.

I dati sono contenuti nella relazione annuale della Commissione sulle azioni delle dogane per il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, che ha passato in rassegna le migliaia di operazioni condotte dalle autorità dei paesi membri per arrivare a mettere assieme un valore delle merci intercettate: 768 milioni di euro.

“È con l’innovazione e la creatività che l’Europa crea valore – ha commentato il commissario Ue per la fiscalità e l’unione doganale, Algirdas Šemeta – La protezione dei diritti di proprietà intellettuale non solo è importante per la salute e la sicurezza dei consumatori europei ma sostiene anche la crescita e la creazione di posti di lavoro nell’Unione europea. I dati forniti dalla relazione pubblicata mostrano che la contraffazione colpisce tutti i prodotti e che il lavoro di intercettazione dei falsi compiuto dalle autorità doganali è efficace”.

Ma da dove arrivano e quali sono i prodotti bloccati alle frontiere dalle autorità europee? Secondo i dati messi assieme da Bruxelles, in testa a tutti si trova la Cina, che lo scorso anno ha sfornato il 66% di tutti i prodotti sequestrati. Tra questi, 3,3 milioni di capi di abbigliamento, 2 milioni di giocattoli, 1,6 milioni di pacchetti di sigarette e 1,3 milioni di medicinali. Segue Hong Kong con il 13% del totale.

In questo caso, a fare la parte del leone nei sequestri sono stati i prodotti contraffatti per la cura della persona: quasi mezzo milione tra shampoo, deodoranti, dentifrici e lamette da barba non originali, oltre a 236 mila accessori per i telefonini e 121 mila tra gioielli e orologi. Sul gradino più basso del podio si è piazzata la Grecia. Il 5% dei prodotti contraffatti bloccati in Europa sembrerebbe, infatti, realizzata all’ombra del Partenone.