Da Tiffany a Home Depot, sono molte le societa’ americane che sono convinte che la crescita economica sia una realta’ e che sia debba mantenere il passo della ripresa per tutto il 2010.
Il colosso dei gioielli sta mettendo in conto un incremento a singola cifra delle proprie scorte per quest’anno, merito anche dell’apertura di nuovi negozi. Il piu’ grande retailer a stelle e strisce di articoli per la casa, dal canto suo, “ricostituira’ le proprie scorte di magazzino” per supportare le vendite, ha riferito Carol Tome, direttore finanziario del gruppo.
“Ci stiamo muovendo in una fase caratterizzata dalla ricostituzione delle scorte”, ha spiegato David Hensley, direttore del coordinamento economico globale di JpMorgan Chase. “Dopo quella del primo trimestre, vedremo una crescita anche nel secondo e terzo”.
La casa d’affari con sede a New York lo scorso 2 aprile ha consigliato alla propria clientela di preferire l’azionario all’obbligazionario sovrappesando i titoli ciclici pronti a correre non appena la ripresa economica si fara’ evidente. Un esempio per tutti: il Consumer Discretionary Select Sector SPDR Fund (l’Etf che traccia l’andamento del settore dei consumi discrezionali) e’ rimbalzato del 112% rispetto ai minimi del 9 marzo 2009.
“L’aspetto su cui le persone non stanno ponendo sufficiente attenzione e’ l’importanza che la ricostituzione delle scorte sta per assumere”, aveva detto soltanto lo scorso 4 aprile l’ex numero uno della Fed Alan Greenspan in un intervista alla Abc all’interno del programma “This Week”. Secondo il predecessore di Ben Bernanke le probabilita’ di una doppia recessione “sono calate in modo significativo negli ultimi due mesi”.
Stando a una ricerca targata Bloomberg, le possibilita’ di una ricaduta dell’economia per quest’anno sono pari al 15%, in calo rispetto al 25% rilevato a settembre. L’economia e’ cresciuta del 5.6% su base annua nell’ultimo trimestre del 2009, il miglior dato da sei anni, con le scorte che hanno registrato il maggior incremento contribuendo per il 3.8% del Pil.
Le previsioni per il secondo trimestre in corso parlano di un Pil in crescita del 4.5% e di un contributo in arrivo dalle scorte del 2%. Almeno secondo Joseph LaVorgna, capo economista per l’America di Deutsche Bank con sede a New York. La media di 60 esperti interpellati da Bloomberg e’ invece di un +2.8%.
E’ il comparto manifatturiero ad aver invertito rotta tornando a riempire i propri magazzini dopo 46 mesi di contrazione. Il motivo della riduzione delle merci sugli scaffali era legato al calo della domanda. Le scorte di magazzino hanno registrato una flessione di $1.3 mila miliardi a settembre dal record di $1.51 mila miliardi nell’agosto del 2008. Secondo i dati forniti dal Dipartimento del Commercio, a Gennaio hanno raggiunto i $1.3 mila miliardi e sono pronti a guadagnare un altro 0.4% a febbraio (il dato verra’ pubblicato il prossimo 14 aprile).
“Se le vendite riprendono quota, le aziende hanno tutte le ragioni per rifornirsi”, ha riferito Stephen Stanley, capo economnista in Pierpont Securities. Tutto cio’ si potrebbe tradurre anche in un ritorno alle assunzioni, effetto di un aumento della produzione.
Il punto piu’ rischioso e’ rappresentato dal ritmo della ripresa della domanda. “C’e’ il rischio significativo” che si assisti a una doppia recessione, ha ammonito Martin Feldstein, professore alla Harvard University. L’idea e’ che le vendite non saranno sostenute come ci si aspetta e dunque le aziende si troveranno a gestire piu’ lavoratori del necessario e merce invenduta. “I consumatori stanno attraversando tempi difficili. La disoccupazione resta molto alta”, ha concluso.
Gli fa eco Jan Hatzius, capo economista per gli Stati uniti di Goldman Sachs, che si aspetta una crescita del 2% nel secondo trimestre e dell’1.5% nella seconda parte dell’anno.