PARIGI, 08 MAR – L’economia dei paesi industrializzati continua a dare segni di rallentamento. Si distinguono in negativo le economie della zona euro, la cui espansione è penalizzata soprattutto da Italia e Germania: entrambi i Paesi nel quarto trimestre hanno registrato una crescita negativa.
Lo confermano stime pubblicate oggi dall’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che riunisce i 30 paesi più ricchi al mondo. L’Italia, con un -0,3%, è il paese del G7 con il risultato più debole. Seguono Germania (-0,2%) e Giappone (-0,1%).
Secondo questi dati, non ancora definitivi, nel quarto trimestre il PIL della zona OCSE è cresciuto dello 0,6%, in forte calo rispetto ai precedenti 3 trimestri (+1% nei primi tre mesi del 2004). Su base annua la crescita è del 2,9%, lo 0,4% in meno rispetto al 3,3% cui si era attestata nel terzo trimestre.
Nella zona euro l’economia è cresciuta dello 0,2%, invariata rispetto al trimestre precedente, ma inferiore al +0,5% e +0,7% del secondo e primo trimestre. Su base annua l’economia e’ cresciuta a un tasso dell’1,6%, lo 0,3% in meno rispetto all’1,9% del terzo e al 2,2% del secondo.
La performance dei paesi europei mette in evidenza ancora una volta il loro differenziale di crescita con i paesi anglosassoni, che continuano a registrare un’espansione più sostenuta nonostante il rallentamento accusato alla fine dell’anno.
Gli Stati Uniti vantano infatti una crescita dello 0,9% (-0,1 rispetto all’1% del terzo trimestre). Su base annua si sono attestati al 3,9%, contro il 4% e il 4,8% dei precedenti trimestri. Segue la Gran Bretagna con un +0,7% nel quarto trimestre (+0,2% rispetto al terzo trimestre) e +2,9% su base annua (-0,2%), e il Canada con +0,4% al quarto trimestre (-0,3% al terzo trimestre) e del 3% su base annua (-0,4%).
Degli altri paesi del G7, è la Francia ad aver registrato la crescita più forte, con un +0,8% che fa balzare dal 2% al 2,2% quella su base annua. Proprio oggi il presidente francese Jacques Chirac si è detto convinto che il paese sia avviato verso una “crescita sostenuta” nonostante le incertezze legate al dollaro e al prezzo delle materie prime.
“La posta in gioco attuale, ha aggiunto, è quella di tradurre questa crescita in una riduzione durevole della disoccupazione”. Il fanalino di coda è l’Italia, con un -0,3% contro il +0,4% del trimestre precedente. Su base annua la crescita scende dall’1,4 all’1%.
La Germania accusa un -0,2 dopo la crescita del terzo trimestre, che dimezza quella su base annuale dall’1,2% allo 0,6%. Il Giappone, con il -0,1% del quarto trimestre che segue il -0,3% di quello precedente, si deve accontentare di una crescita annua dello 0,8% a fronte di quella precedente del 2,3%.