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ECONOMIA MONDIALE STAGNANTE- RIPRESA USA LENTA

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Le ultime statistiche rivelano che le economie di vari Paesi – tra cui Italia, Germania, Messico, Brasile, Giappone e Singapore – stanno diventando stagnanti, facendo cadere quindi le speranze che la crescita in altre aree del globo potrebbe compensare il rallentamento americano.

L’economia mondiale, stimata in $33 mila miliardi, dovrebbe espandersi a un tasso di circa il 2% quest’anno, ma gli esperti ritengono che la situazione sia peggiore di quella della crisi energetica del 1973 e, poiche’ in questo caso la debolezza economica non sia attribuibile a un particolare fattore, che la ripresa potrebbe essere molto lenta.

La sopresa maggiore e’ venuta dall’economia europea – quella tedesca si e’ arrestata nel secondo trimestre di quest’anno, quella italiana e olandese non stanno mostrando segni di crescita e quella francese ha rallentato significativamente – che ora non e’ in grado di assumere la posizione di locomotrice dell’economia mondiale lasciata libera dagli Stati Uniti.

“Penso che la possibilita’ di continue difficolta’ negli USA e all’estero siano maggiori di quanto gli economisti pensino”, ha commentato l’ex ministro del Tesoro Robert Rubin, ora a Citigroup.

Gli Stati Uniti che secondo la Casa Bianca dovrebbero registrare quest’anno una crescita economica dell’1,7% – ridotta dalle previsioni del 2,4% – e un aumento del 3,2% l’anno prossimo, speravano in un aiuto dai Paesi europei per riprendersi, ma le anticipazioni di crescita europea sono anch’esse state ridimensionate dal 2,5% al 2% attuale.

Cio’ che balza all’occhio e’ che il rallentamento economico europeo e’ legato a una debolezza interna, dovuta a un calo della spesa al consumo, all’aumento dei prezzi energetici e alimentari e alla politica monetaria della Banca centrale europea.

La situazione in Asia, poi, non e’ migliore. Singapore e’ caduta nella peggiore recessione degli utlimi 15 anni, il Giappone e’ di nuovo prossimo a un livello recessivo e tutte le altre economie – ad eccezione della Cina – hanno registrato un calo della crescita economica nonostante le riduzioni ai tassi d’interesse.

Alcuni economisti, quindi, non credono che l’attuale debolezza sia ciclica e prevedono un prolungato periodo di rallentamento economico.