L’intervento pubblico nel libero mercato sin dall’inizio della crisi e’ eccessivo e “somiglia sempre piu’ a un cancro” che sta mettendo a repentaglio lo stato di salute dell’economia mondiale. Non usa mezzi termini Marc Faber, l’autore de “The Gloom, Boom & Doom Report”, il piu’ ribassista dei gestori, ormai trasferitosi in Asia.
“Credo che i governi sembrino sempre piu’ un tumore che si sta allargando nel sistema finanziario” ha detto il guru, che ha aggiunto “il piu’ grande problema sta nelle dimensioni eccessive dell’intervento statale”.
Per l’esperto, qualsiasi cosa faccia un governo produce effetti negativi rispetto a quanto il settore privato avrebbe fatto da solo. L’idea e’ che il mercato generalmente indica quando qualcosa non va per il verso giusto. Il punto e’ che se la mano pubblica ci mette lo zampino questi segnali vengono nascosti. Il riferimento e’ chiaramente all’acqusito di bond che Bce, Fed e BoE stanno facendo.
“Ogni intervento da parte del governo ha delle conseguenze non desiderate e negative”, continua il gestore. Non a caso, sostiene Faber, i pacchetti di stimolo all’economia hanno creato volatilita’ nei mercati azionari proprio perche’ le varie amministrazioni hanno distorto gli indicatori economici. Secondo Faber per gli Usa ci sono altri aiuti in vista.
Lui comunque ha qualcosa da dire ai sostenitori delle potenti iniezioni di liquidita’ nell’economia, quelli convinti che senza una simile mossa il mondo intero navigherebbe in acque ben peggiori, con tanto di disoccupazione ancor piu’ alta e crescente numero di aziende sull’orlo della bancarotta.
“Sono abituato a questo tipo di repliche. I keynesiani direbbero che altrimenti ci troveremmo in una fase di depressione economica. Ma non credo proprio sia corretto sostenere questa tesi”, ha risposto Faber.
Allora su cosa puntare in termini di investimento? “In questo momento non vedo nulla che sia degno di acquisti. Compro oro, non saprei su cosa altro scommettere”, ha specificato dando anche indicazioni di asset allocation. Meglio le azioni alle obbligazioni. I listini azionari “sono in una fase correttiva” e due settimane fa sono stati in ipervenduto. Una cosa sembra certa: e’ escluso che si rivedano i minimi del marzo 2009.
Una crisi ben peggiore pero’ non e’ da escludere. Tra quanto? In 5 o 10 anni, “quando l’intero sistema finanziario collassera’” a causa dei problemi del debito. “Fed, Bce e altre banche centrali non hanno alternative: continueranno a comprare pezzi di carta scadente. I banchieri centrali sembrano ignorare il fatto che un’eccessiva creazione di moneta e di debito portera’ a una crisi”.
I problemi nel Vecchio Continente, ha concluso Faber, sono ben peggiori di quelli negli Stati Uniti. Il motivo? L’economia americana si e’ assestata. Se poi l’S&P 500 perdera’ un altro 10-15% “si puo’ stare tranquilli…un altro pacchetto di stimolo fiscale arrivera’”.