Società

ECONOMIA,
LE RISPOSTE CHE L’UNIONE NON DA’

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(WSI) – «Dobbiamo ricostruire una diffusa etica della
responsabilità che alla giusta tutela dei diritti accompagni la consapevolezza
dei doveri». Chi può dire di no? È uno dei post-it in verde sul programma per
le primarie di Romano Prodi, in verde forse per distinguerlo da quelli in giallo
che fanno da sfondo alla campagna di Fausto Bertinotti.

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I gazebo sono già innalzati, le urne collocate, le schede per il voto
sono pronte. Domenica gli elettori del Centro-sinistra sono chiamati alla
consultazione, ma per votare bisogna firmare e dichiarare di condividere il
«progetto per l’Italia: per un futuro di pace, di giustizia, di libertà, di
benessere».

Ma non c’è bisogno di scendere a patti con la coscienza, di accettare
profondi impegni ideologici, di compiere una radicale scelta di campo. Il
programma appare tanto vasto quanto generico, tanto ambizioso quanto
evanescente.

Gli obiettivi ci sono tutti: l’Europa, la serenità, la sicurezza, la crescita,
la coesione sociale, il risanamento dei conti e così via. I mezzi per raggiungerli sono un po’ più vaghi… diciamo la verità, inesistenti. Sulle
compatibilità economiche si sorvola. Le scelte di fondo sul mercato e le
liberalizzazioni sono accuratamente evitate.

Il perché lo si capisce presto. Basta andare oltre al progetto e leggere in
controluce i programmi. Afferma Prodi: «L’inefficienza dei mercati va corretta
rilanciando le liberalizzazioni in tutti i settori». Risponde Bertinotti: «Una
nuova politica di ripubblicizzazione dei beni comuni è una grande
opportunità». Sostiene Prodi: «I parametri europei sono importanti». Mentre
Bertinotti chiede «una modifica strutturale del Patto di stabilità europea».

Ma il problema non è tanto negli slogan e nei programmi. Il problema sono le
risposte che il Centro-sinistra può dare con credibilità della politica
economica. Se vincerà Bertinotti il suo programma sarà chiaro. Ma se il
candidato designato sarà, come tutto lascia credere, Romano Prodi, quale sarà
il prezzo che dovrà pagare al massimalismo anti-capitalista e alla fobia
anti-mercato? Ci sono temi come quelli del lavoro, delle pensioni, della sanità
su cui un sano pragmatismo vorrebbe che si consolidassero e perfezionassero i
passi compiuti. E invece rischia di passare la volontà manichea di buttare
tutte le riforme fatte dal Centro-destra, quelle giuste (la legge Biagi prima
fra tutte) insieme a quelle sbagliate (che comunque non sono poche).

E come tagliare la spesa pubblica? Prodi riconosce la necessità di un bilancio
rigoroso, ma non dice come finanzierà le grandi opere (che peraltro Bertinotti
vorrebbe bloccare), le riforme sociali, la riduzione degli oneri sulle imprese.
Certo si parla di lotta al sommerso e all’evasione fiscale: ma i Governi di
tutti i colori hanno sempre promesso di farla.

Le primarie sono una novità per la competizione politica voluta per fare
chiarezza e consolidare la leadership. La chiarezza è già un obiettivo
mancato: nessuno può dire quali saranno i passi concreti di un eventuale nuovo
Governo targato Unione.

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