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(WSI) – Previsioni fosche, ma realistiche, sull´anno che è appena cominciato. Anche se, qui e là (ma non in Europa e in Italia), si intravedono segni di una risposta robusta alla crisi. In sostanza, comunque, l´economia mondiale continuerà nel 2009 a soffrire la peggiore recessione dal secondo dopoguerra. E non ci saranno eccezioni. La crisi, cioè, è davvero globale, universale.
Ecco, qui di seguito, la fotografia del 2009 per mano di Nariman Behravesh, capo economista di Global Insight (un centro di ricerca che tiene sotto controllo le economie di oltre 140 paesi e che dispone di una banca dati sterminata).
Quest´anno l´economia mondiale crescerà tra lo 0 e lo 0,5 per cento, contro il 2,8 per cento del 2008 (in anni recenti era cresciuta anche fra il 4 e il 5 per cento). Global Insight si attende una flessione di almeno l´1,8 per cento del Pil Usa nel 2009. L´attuale periodo di contrazione dell´economia – iniziata a dicembre 2007 – sta diventando il più lungo degli ultimi sei decenni. Le previsioni sono di una contrazione del Pil del 5 per cento (dato annualizzato) nel quarto trimestre 2008 e del 3,8 per cento nel primo trimestre 2009.
Guai anche per il resto del mondo. Il Giappone e alcuni paesi dell´Unione europea sono già in recessione. Le altre economie seguiranno. Per l´Europa sarà la maggiore contrazione da inizio anni Novanta e la prima per la zona euro. Global Insight stima una contrazione dell´1 per cento del Pil della zona euro quest´anno, una contrazione dell´1,3 per cento per il Regno Unito. Giù del 2 per cento il Pil del Giappone, che vivrà la peggiore recessione dal 1998 quando l´economia scese del 2,1 per cento.
Problemi, molto seri, anche per i paesi emergenti. Alla fine, la crescita del Pil di molti di questi paesi sarà la metà di quella del 2007 o di inizio 2008. La Cina, per esempio, che era cresciuta dell´11,9 per cento nel 2007, quest´anno crescerà di appena il 6,9 per cento.
Il denaro continuerà a costare poco. La Fed ha già annullato il costo del denaro, ma questa è solo una facciata. Ha messo in atto anche misure poco ortodosse come, ad esempio, l´acquisto di commercial paper, mutui e debiti di piccole aziende, studenti e acquirenti di auto. La Bce è ferma al 2,50 per cento e la Boe al 2 per cento (minimo dal 1951). Global Insight pensa che la Bce porterà i tassi all´1 per cento e la Boe allo 0,5 per cento.
Ossigeno per la congiuntura. In America Obama ha parlato di stimoli per 500 e 700 miliardi di dollari, tra il 3 e il 5 per cento del Pil, tra tagli alle tasse, spesa per infrastrutture e altro. Ma è possibile che il pacchetto sia alla fine molto più elevato. L´unico altro paese che ha preso in considerazione un forte stimolo è la Cina, che ha annunciato un pacchetto di due anni del valore di circa 586 miliardi di dollari, pari al 16 per cento del suo Pil. Senza di esso, la crescita dell´economia cinese potrebbe essere quest´anno del 5 per cento.
Le altre economie hanno previsto per ora piani fiscali molto più modesti, tra l´1 e l´1,5 per cento del loro Pil.
L´aiuto del petrolio. Global Insight vede il prezzo del petrolio sotto i 40 dollari al barile quest´anno, con la possibilità di una caduta a 30 dollari. E il ribasso del greggio è di fatto come un taglio alle tasse per imprese e consumatori. Solo in America rappresenta l´equivalente di una manovra fiscale da 230 miliardi di dollari.
Niente più inflazione. Nel giro di pochi mesi i timori di inflazione sono stati sostituiti da quella della deflazione.
Global Insight stima che negli Usa prezzi al consumo e alla produzione resteranno negativi fino alla prossima estate.
Movimenti simili, ma un po´ meno pronunciati, sono attesi anche in Europa, mentre in Giappone, che già soffre di deflazione, ci sarà una ricaduta. La correzione lungamente attesa degli squilibri mondiali sta per verificarsi. Il deficit delle partite correnti americane dovrebbe precipitare da 731 miliardi di dollari del 2007 e 660 miliardi del 2008 a 282 miliardi quest´anno, complice il calo del prezzo del petrolio.
Il destino della valuta americana. Nel mezzo dell´attuale crisi, quella che è considerata il porto sicuro con status di principale riserva valutaria ha battuto tutte le altre paure. E così, mentre la crisi continua, il dollaro è probabile che rimanga forte.
Inoltre, i mercati sembrano avere un po´ più fiducia nel fatto che gli Stati Uniti riusciranno a uscire prima dalla crisi e più velocemente rispetto alle altre parti del mondo. Una volta che la crisi sarà superata, le pressioni ribassiste sul dollaro è probabile che torneranno. A inizio anno è probabile che l´euro/dollaro starà a 1,26-1,28 arrivando poi a 1,30 alla fine dell´anno.
Europa e Giappone troppo timidi. La risposta politica a questa crisi deve essere grande, coraggiosa e rapida – sostiene il capo economista di Global Insight. La buona notizia è che sia gli Usa che la Cina hanno preso la crisi in maniera molto seria. La non bella notizia è che la risposta politica nelle altre regioni, specie in Giappone e nella zona euro, sembra essere molto più timida. Questo potrebbe significare una più profonda e più duratura recessione in quei paesi, che potrebbe tradursi in una crescita mondiale ancora più debole nel 2009.
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