Società

Ecco fino a dove può salire l’eur/usd nei prossimi giorni

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Legnano – Cominciano ad arrivare dati non rassicuranti dall’economia americana, dati che potrebbero in qualche modo aiutare la salita dell’eurodollaro nel breve periodo.

Stiamo vivendo e ci accingiamo a viverne ancora, una serie di eventi molto importanti per gli equilibri valutari, che rimangono inevitabilmente di difficile interpretazione nel medio periodo. Come detto più volte su queste pagine infatti, gli investitori sono mossi da sentiment di breve periodo, che sono in grado, contrariamente a qualsiasi logica economica fondamentale (che accademicamente dovrebbe funzionare nel lungo periodo, vedi parità dei poteri di acquisto, valuta che si rafforza di fronte a buoni dati economici eccetera), di spostare i prezzi di parecchie figure, e questa settimana sarà decisiva per le sorti di breve di molti rapporti valutari, soprattutto per l’eurodollaro.

Su questo currency pair infatti, stanno agendo diverse forze e sta accadendo praticamente di tutto, sia oltreoceano, sia in casa nostra, il che rende difficile riuscire ad assegnare un peso ad ogni problematica in modo da formarsi un idea di medio periodo, ma sul breve, come detto, qualcosa si può fare.

E qui entrano in gioco il fatto che l’euro sia salito nella prima giornata di trading della prima settimana, dopo che le dichiarazioni sui possibili aiuti alla Grecia hanno fatto tornare un po’ di appetito per il rischio ed hanno fatto salire le borse, i dati peggiori delle aspettative rilasciati in America, ma soprattutto i dati sull’occupazione americana che verranno rilasciati venerdì, di cui oggi ci verrà fornita un’idea con il report ADP, solitamente anticipatore dei Non Farm Payrolls tanto attesi.

In caso di dati inferiori alle aspettative del mercato, ma cominciamo a pensare anche in caso di dati che non vanno a migliorare sensibilmente, la combinazione di questa rinnovata fiducia sulla moneta unica e la delusione di vedere dai ancora pessimi sul lato occupazione Usa, potrebbe far sì che effettivamente, nei prossimi giorni, l’EurUsd possa salire nuovamente.

Un’ultima nota la dobbiamo dedicare al dollaro australiano che ha mostrato buoni spunti rialzisti in seguito alla pubblicazione di un Pil che ha rispettato le aspettative degli analisti.

Diamo uno sguardo ai grafici dei maggiori tassi di cambio ora incominciando dalla moneta unica nei confronti del biglietto verde. Il cambio eurodollaro continua con buona costanza il movimento incominciato all’inizio della settimana scorsa evidenziando un recupero dai minimi di 450 punti.

Abbiamo già avuto modo di valutare come, la rottura di 1.4340, abbia rappresentato un ulteriore motivo di spinta per la continuazione di questo movimento: ora i prezzi si sono fermati esattamente sul livello di precedente congestione, del 9 e 10 maggio scorso, a 1.4440.

Se anche questo dovesse capitolare nelle prossime ore, crediamo che ci siano forti probabilità che i prezzi possano raggiungere 1.4570, un’area di massimo precedente e secondo l’ultima percentuale di ritracciamento di Fibonacci (in discesa fra 1.4940 e 1.3975), l’ultimo livello prima che il cambio ritracci sino al punto di partenza (ovvero 1.4940, il massimo degli ultimi 17 mesi di scambi).

Il cambio UsdJpy ha mostrato ieri una forte risalita, 100 pips esatti, dopo qualche giorno di relativa tranquillità. Questo riporta i prezzi ad affacciarsi oltre le resistenza di 81.20, che nella seconda parte della giornata, e questa notte, ha dimostrato di avere un certo peso come livello di supporto.

In questo caso non è possibile individuare una tendenza ben definita, ma occorre invece controllare i livelli statici precedenti e verificare le eventuali rotture. Oltre 81.20, troviamo un forte supporto a 80.60, mentre il più importante livello di resistenza si trova a 82.20.

Osserviamo ora l’interessante evoluzione vista sul cambio EurJpy: dopo che i prezzi hanno rotto ieri notte la resistenza a 116.20, abbiamo visto come vi sia stato il raggiungimento dell’obiettivo dato dall’estensione a rialzo del range mantenuto dal cambio sino a prima della rottura. Per intenderci aggiungendo 160 pips a 116.20 abbiamo ottenuto 117.80, che è il massimo raggiunto dal cambio ieri e prossimo livello di resistenza. Il supporto si trova inizialmente a 116.80, mentre il più interessante è chiaramente 116.20.

La salita della sterlina, contro il dollaro, sta vivendo maggiori difficoltà di quante viste per l’euro contro il dollaro. Il bilancio della giornata di ieri parla comunque di un risultato in parità, dato che la giornata è iniziata poco al di sotto di 1.65, dove poi si è conclusa.

In effetti però abbiamo visto una forte escursione ribassista dopo che il cambio aveva oltrepassato a distanza di quasi un mese 1.6520, livello che fra parentesi risulta essere di nuovo livello di forte resistenza. Sino a che i prezzi non dovessero ritornare stabilmente al di sotto di 1.64, la tendenza di ripresa del cambio evidenziata con la rottura del trend ribassista la settimana scorsa, rimane valida.

L’incertezza della sterlina ha premiato l’euro andando, a distanza di un mese, a riportare il cambio al di fuori della tendenza ribassista più volte evidenziata. Sul cambio EurGbp 0.8715 rimane, per le prossime evoluzioni, un livello di supporto da osservare mentre vari spunti indicano in un’area prossima a 0.88 la resistenza più importante, in grado di confermare la ripresa del cambio. Oltre ad essere un livello statico più volte utilizzato, si trova particolarmente vicino al primo livello di ritracciamento di Fibonacci del movimento in calo compreso fra 0.9040 e 0.8610.

Il movimento di salita della sterlina, nei confronti dello yen, ha subito un arresto ieri dopo essere giunto a 135 figura. Il calo che abbiamo osservato, 170 punti nelle ore successive, avvicina di fatto i prezzi a quello che consideriamo l’area di supporto più interessante, 133 figura. Questo livello è indicato dalla trendline rialzista che congiunge i minimi crescenti delle ultime due settimane di scambi ed è stato un livello statico di supporto nelle giornate comprese fra l’11 ed il 25 maggio scorso.

Concludiamo con un aggiornamento sul franco, dove possiamo trovare una situazione identica a quella evidenziata già ieri mattina.

Il cambio UsdChf infatti mostra una gran stabilità non riuscendo a superare nell’immediato, 0.8545, precedente minimo storico e livello a cui si sono potuti apprezzare ripetuti rimbalzi negli ultimi giorni.

Il cambio EurChf ha mostrato un inizio di ripresa due giorni fa, in questo caso però non riuscendo ad andare al di sopra di 1.2320 e certamente mantenendosi a grande distanza dal livello di svolta di 1.25.

Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved

*Questo documento e’ stato preparato da FXCM Forex Capital Markets. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.