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E’ sempre più Superyen: qual è il destino per l’euro e il dollaro?

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(WSI) –La giornata di ieri che, come da premesse, sarebbe dovuta essere solamente una fase di transizione ha fornito invece qualche piccolo spunto interessante. I primi dati che abbiamo visto successivamente al meeting della Fed di venerdì, complice forse in questo caso la chiusura della piazza londinese che da sempre rappresenta una fetta importante degli scambi sul forex a livello mondale, hanno contribuito a movimentare il mercato.

Nella zona euro sono stati rilasciati una serie di indici di fiducia, Business Climate Indicator, Consumer Confidence, Zone Economic Confidence, dal tono neutrale, se non lievemente negativo, che hanno però influito sull’andamento della moneta unica, come vedremo più sotto, che fino a quel momento risultava stabile.

Dagli States abbiamo poi visto arrivare due dati, non tra i più importanti, ma comunque interessanti: parliamo dell’indice Personal Spending e Personal Income, entrambi risultati migliori delle attese (+0.2% e +0.4% su base mensile rispetto alle attese per due dati invariati a luglio rispetto al mese precedente) che graficamente sembrano aver portato ad un approfondimento del movimento di discesa dell’euro iniziato qualche ora prima.

Come dicevamo già ieri mattina però, al di là di un’agenda che contrariamente a quanto si poteva pensare è tutt’altro che ininfluente, dobbiamo cercare di interpretare al meglio le prossime giornate di trading consci del fatto che il mercato non aspetterà altro che i dati sull’occupazione di venerdì per schierarsi con forza verso l’una o l’altra direzione.

Passiamo quindi senza indugio a ciò che ci interessa maggiormente, ovvero qualche spunto per affrontare al meglio e con profitto la giornata di trading.

L’eurodollaro ha lasciato sul terreno, da ieri mattina, una figura abbondante andando così ad interrompere il movimento di risalita iniziato la settimana scorsa e aprendo la strada a nuovi obiettivi giornalieri di supporto.

Il livello che possiamo ipotizzare valido, in qualità di supporto, è dato da 1.2585, livello di minimo dell’ultimo mese e mezzo di scambi e coincidente con il secondo pivot point giornaliero di supporto. Seppure ora ovviamente si sia allontanato, continuiamo a pensare a 1.2780, ed al più chiaro e netto 1.2910, come ai due livelli in grado di cambiare davvero le carte in tavola e farci assistere ad una veloce risalita.

Il cambio UsdJpy ha ricominciato ieri mattina una tendenza ribassista che pare avere tutte le intenzioni di riportare i prezzi a quel minimo di 83.60 di martedì scorso. Lo straordinario momento di forza dello yen (che ci ha portato indietro nel tempo a giugno 1995 e che in qualche modo, prima o poi, dovrà essere affrontato dalla BoJ e dal ministero dell’economia del Sol Levante) continua con qualche lieve flessione ma senza interruzioni.

Un grafico giornaliero non lascia molto spazio ad interpretazioni: siamo all’interno di un movimento di discesa incominciato (come ultima onda) ad inizio maggio a 95 figura e che per le prossime giornate indica in 85.80 il possibile livello di inversione. A questo livello infatti transita la trendline discendente che guida il movimento e per la prima volta da qualche mese potrebbe avvenire un superamento. Sino a che però questo non avverrà gli obiettivi sono tutti al ribasso, a ricercare minimi storici via via sempre più ambiziosi.

Complice la discesa di entrambi i cambi a cui è direttamente collegato, l’EurJpy ha lasciato sul terreno in due giornate qualcosa come 300 punti. Ci troviamo ora solamente a poco più di una figura dall’importante livello di supporto a 105.50, che ipotizziamo come più importante.

Con la piazza di riferimento chiusa il cable nella seconda parte della giornata è rimasto poco scambiato all’interno di 25 punti di trading range (1.5475-1.5450). Questa mattina alla riapertura potremmo vedere se il livello di supporto precedente, vicino al minimo del range indicato, di 1.5440 sarà considerato dagli operatori. Tuttavia, se la tendenza dovesse essere negativa, come livello più importante, a cui provare un’inversione e una tenuta, suggeriamo di considerare 1.5375, minimo di martedì scorso e dell’ultimo mese e mezzo di scambi.

Niente da fare sull’EurChf, i livelli di minimo in questo periodo non sono per nulla rispettati ed ogni tentativo di anticipazione di ripresa del trend rialzista non porta ad una strategia vincente. Anche 1.30 è saltato e nella notte abbiamo visto il nuovo minimo storico a 1.2932 (dieci figure esatte di discesa in 20 giorni, dopo il mancato tentativo di rottura definitivo di 1.40). In questo momento, più che mai, posizioni a favore di euro devono essere assunte come occasioni infragiornaliere.

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