Il più ricco è sempre lui. Sia fra i deputati che fra i membri del governo. Silvio Berlusconi resta saldamente in testa alla classifica dei politici più facoltosi, redatta in base alle dichiarazioni dei redditi, oggi consultabili, fatte nel 2002. Quando, cioè, il presidente del Consiglio ha avuto un reddito imponibile di 12.731.041 euro. Nelle casse dello Stato il premier ha versato 5.711.578 euro. Nel 2001, il reddito del premier era stato di 11,2 milioni di euro.
La classifica, stilata secondo il criterio dei leader di partito, vede al secondo posto, dopo Berlusconi, Clemente Mastella. Ma i due sono comunque separati da una distanza abissale: il segretario di Alleanza popolare – Udeur nel 2002 ha dichiarato 177.041 euro. Terzo posto per Umberto Bossi, con un imponibile di 169.276 euro. Poco più sotto, il presidente dei Democratici di sinistra Massimo D’Alema con 166.211 euro, e il vicepresidente del Consiglio e leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini, con 165.960 euro.
Seguono Giorgio La Malfa (159.125 euro), Fausto Bertinotti (155.244 euro), Alfonso Pecoraro Scanio (141.594 euro), Armando Cossutta (134.335 euro).
Ancora più sotto nella graduatoria dei redditi il segretario dei Ds Piero Fassino, che nel 2002 ha dichiarato un imponibile di 124.788 euro, seguito dal segretario del Pdci Oliviero Diliberto con 121.669 euro. Dopo di loro, ci sono il presidente dello Sdi Enrico Boselli (118.480 euro) e il leader della Margherita Francesco Rutelli (117.044 euro).
Il più “povero” tra tutti i leader di maggioranza e opposizione è il segretario dell’Udc Marco Follini, che nel 2002 ha dichiarato al fisco un reddito imponibile pari a 104.185 euro.
Nessuna novità nella “sfida” fra i presidenti delle Camere: anche questa volta Marcello Pera, pur se di poco, batte Pier Ferdinando Casini. Nel 2002, Pera ha dichiarato al fisco un imponibile di 200.587 euro, mentre Casini ha dichiarato un reddito pari a 198.065 euro. Il presidente del Senato, nella sua dichiarazione dei redditi, riferisce di aver ereditato dalla madre parti di proprietà immobiliari. Casini invece ha mostrato vitalità in borsa, vendendo azioni Telecom, Tim, Olivetti, Enel, Generali, Bnl e Finmeccanica, per acquistare titoli Unipol, Italcementi, Mondadori, Snam, Eni, Ras, ed anche 21 azioni Mediaset.
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