*Douglas A. McIntyre e’ un membro di 24/7 Wall St., LLC. E’ stato redattore capo ed editore del Financial World Magazine e anche il promo presidente di Switchboard.com ai tempi in cui era il decimo sito Internet piu’ visitato nel mondo. Laureato con il massimo dei voti ad Harvard, e’ stato amministratore delegato di FutureSource e On2 Technologies. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Molti economisti, forse la maggior parte di essi, ritiene che il mercato immobiliare tocchera’ il fondo verso la seconda meta’ dell’anno e che i prezzi torneranno a salire nel 2010. I motivi di tanto ottimismo sono logici e si basano su ragionamenti convincenti. Le case diventeranno un bene cosi’ economico che sara’ irresistibile la tentazione di ottenere guadagni elevati. Il governo iniettera’ soldi nel sistema creditizio in modo da spingere i tassi di interesse sui mutui sempre piu’ in basso, sotto alla soglia del 5%.
Secondo Associated Press “un gruppo di esperti del settore immobiliare prevede che i problemi dei costruttori si intensificheranno quest’anno, rimandando un eventuale recupero al 2010”. Ma cosa accadrebbe invece se gli esperti si stessero sbagliando?
Per i principianti ci sono solo due numeri economici degni di essere osservati per sapere se la recessione sta peggiorando o migliorando. Gli esperti direbbero che il Pil e’ l’indicatore migliore. Altri diranno che la fiducia dei consumatori o gli utili o le spese di capitale sono i fattori chiave per avere una lettura piu’ corretta.
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Ma le uniche cifre veramente importanti sono i posti di lavoro e i prezzi delle case. Sono collegati come gemelli siamesi e sono alla base della salute dell’economia. I prezzi delle case sono fondamentali per il recupero degli utili delle banche. Le svalutazioni legate ai mutui e i casi di insolvenza stanno massacrando gli utili degli istituti finanziari. Le attivita’ immobiliari come costruzione e home supply sono decimate. Il valore dei terreni dove le case potrebbero essere costruite sta cadendo a pezzi.
I prezzi delle case sono direttamente correlati all’occupazione, al credito al consumo e alla fiducia dei consumatori. Persone senza lavoro o che credono che il proprio lavoro sia a rischio non compreranno mai una casa. Le persone senza credito non sono in grado di comprare una casa. Le persone senza fiducia non faranno altro che lavorare e andare a letto.
Se quest’anno non dovesse esserci almeno una minima inversione di tendenza in positivo nella costruzione di nuove case e nei prezzi, allora la recessione durerebbe fino al 2010 compreso. Se i prezzi delle case dovessero perdere un altro 10% o 20%, l’economia si troverebbe in guai cosi’ grossi che nessuna persona con un’eta’ inferiore ai 80 anni possa immaginare.
E’ molto semplice: case e lavoro, la chiave e’ tutta qua.