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E ORA L’ INGEGNERE ESCE DALL’ APNEA

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(WSI) – E’ rimasto appartato a lungo, chiuso nel suo fortilizio. Un forte di lusso sia chiaro, come L’Espresso-Repubblica, il più dinamico e solido gruppo editoriale, non come la Fortezza Bastiani (alias Corriere della Sera). Ieri ha fatto il suo ingresso nel mondo delle tv, acquistando da Alberto Peruzzo Rete A, una piccola emittente che tuttavia copre l’80% del territorio nazionale ed è impegnata a una copertura del 50% con la rete digitale. Il costo è di 115 milioni finanziato con una recente emissione obbligazionaria di 300 milioni. L’obiettivo: creare una tv commerciale “all music”.

Ma è chiaro che all’Ingegnere non basta essere diventato Editore. E’ vero, Carlo De Benedetti dice sempre (un po’ per celia un po’ per non morir) che dopo un quarto di secolo trascorso a cento all’ora, non ha più la forza di correre. E’ vero, questi anni di Berlusconi sono stati una lunga nuotata in apnea. Ma, fanno notare i suoi amici, non è che il centrosinistra gli abbia fatto grandi favori. L’unico, semmai, nel 1994 quando Carlo Azeglio Ciampi, ministro del Tesoro, firmò la concessione Omnitel in zona Cesarini. Tuttavia, la gara l’aveva vinta e più che un favore, il ministro fece il suo dovere. Quanto a Romano Prodi… La vicenda Sme brucia ancora come ferro rovente.

Bando ai rimpianti sul passato, adesso Carlo De Benedetti si sente pronto per un nuovo radioso futuro. Pieno di energia. Per davvero, senza eufemismi. Si sa, infatti, che l’anno prossimo l’Ingegnere vuol tentare il grande balzo, e l’occasione da cogliere si chiama Edison. In questo fine d’anno, in Borsa c’è grande movimento attorno ai titoli Cofide (la finanziaria del gruppo) e a quelli Cir (la holding alla quale fanno capo l’Espresso, Sogefi cioè la società di componentistica auto, Energia, la società in partnership con l’austriaca Verbund).

Con i 420 milioni pagati da H3G a Cirtel, per chiudere una vecchia pendenza, gli analisti stimano che Cofide potrebbe lanciare un’opa sul flottante di Sogefi. La componentistica auto è un settore ambito dagli equity funds, quindi non sarebbe difficile piazzarla, acquisendo così le munizioni da sparare a primavera. Cioè quando dovrebbe arrivare al redde rationem la lunga vicenda Edf-Edison. Il tetto del 2% imposto ai diritti di voto della compagnia elettrica francese andrà rimosso. Ci si prepara a una complessa trattativa con annessa coda di avvocati. E un arbitro tedesco, Klaus Sachs, uno dei massimi esperti del settore, indicato da Edf. I francesi sono pronti a scendere sotto il 51% e a mettersi insieme a un partner italiano. Chi? Energia è pronta a entrare nella partita.

Quando Pierre Gadonneix è venuto a Roma per il suo giro delle sette chiese, l’Ingegnere l’ha invitato a cena. E non ha fatto nulla per nascondere la notizia. Da Parigi, De Benedetti non ha nulla da temere. I suoi avversari sono tutti a Roma, nei palazzi del potere politico.

E’ difficile che Silvio Berlusconi possa concedere qualcosa al nemico di tante battaglie finanziarie negli anni ’80 e politiche negli anni ’90. Ma l’Ingegnere punta sul fatto che il Cavaliere avrà altre gatte da pelare se uscirà indebolito dalle elezioni regionali della prossima primavera. Più che l’energia, del resto, Berlusconi è preoccupato dall’editoria e dalla tv, con Mediaset che dovrà faticare nel 2005 per mantenere il successo economico del 2004. C’è poi la pressione di Telecom Italia. C’è la pressione della Confindustria. La popolarità di Montezemolo. La crisi produttiva. Il disavanzo pubblico. Insomma, troppi tavoli e troppe partite da giocare.

Anche il governo ha i suoi partner da proporre a Edf. C’è la Aem, anche se la municipalizzata milanese è meno florida di quel che sembra. C’è l’Eni, ma un ingresso nel primo produttore elettrico privato apre un nuovo conflitto con l’Enel. Insomma, sarebbe meglio un privato vero e soprattutto liquido, com’è in questo momento l’Ingegnere. Energia ha debuttato nel 1999 facendo trading di elettricità e di gas dalla Norvegia e dalla Libia. Ora produce anche in proprio, soprattutto dopo l’acquisizione dall’Enel della Genco di Livorno. Il fatturato non arriva al miliardo di euro (l’intero gruppo Cir sfiora i 3 miliardi). Edison è un boccone da 8 miliardi. Prenderne anche solo una parte, proietterebbe di nuovo De Benedetti nell’empireo dell’industria, dal quale scese dieci anni fa. Vittima anch’egli, per una ironia della storia, di Tangentopoli. Per questo, tra i personaggi sui quali accendere un riflettore nel 2005, abbiamo scelto l’intramontabile Ingegnere.

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