(WSI) – Dice una fonte accreditata di Alleanza nazionale che il primo effetto nella maggioranza dello zero a sette alle suppletive potrebbe essere un Berlusconi bis. E’ probabile, infatti, che già oggi nel vertice previsto tra i leader della Cdl venga riaperto il capitolo del rimpastone, che lo stesso premier dopo la verifica aveva derubricato a semplice aggiustamento da fare dopo l’insediamento di Buttiglione a Bruxelles.
Dice l’esponente di An: «La verifica non ha portato a nulla e il popolo del centrodestra continua a punirci con l’astensionismo. Berlusconi deve capire che il cambiamento non c’è stato e che ci vuole un vero governo politico, senza ministri e sottosegretari tecnici che non si vedono mai in campagna elettorale. A questo punto il Berlusconi bis è necessario per non perdere le regionali e poi le politiche». Non solo. Secondo un’altra fonte di An «il Berlusconi bis dovrebbe vedere anche Follini nel governo, forse già domani (oggi per chi legge, ndr) se ne parlerà».
Il problema però è che dall’Udc subito si fa sapere che il rimpasto sarebbe solo un palliativo: «Il vero nodo è la debolezza strutturale della coalizione. Sarebbe illusorio pensare che la rimonta possa cominciare da un cambio della squadra, del resto che cosa ha prodotto la sostituzione di Tremonti con Siniscalco?».
Ma per i centristi c’è anche un altro punto che la sconfitta di ieri (come l’ha definita Follini) mette in evidenza: «Paradossalmente questa volta siamo arrivati alle urne sull’onda della compattezza registrata sulle riforme. Questo deve farci riflettere e forse non sarebbe un danno alla maggioranza se l’Udc recuperasse una sua posizione critica nella maggioranza, perché servirebbe a intercettare una fetta di elettorato che ha preferito astenersi».
A differenza di An e Udc, Forza Italia e Lega preferiscono invece minimizzare lo zero a sette nei confronti della Gad, anche per quanto riguarda le due sconfitte più significative, a Milano (nel collegio di Bossi) e a Ischia (dove tre anni fa era stata eletta trionfalmente Alessandra Mussolini). Sulla perdita del collegio napoletano, che sembrava blindato, la giustificazione è quella della frammentazione locale (il candidato della Cdl, Laboccetta di An, ha preso il 38,3 a fronte di un complessivo 13,5 raccolto da altre tre forze di destra: Nuovo Psi, Fiamma tricolore e Alternativa sociale, sponsorizzata si dice da un parlamentare forzista dissidente, Salvatore Lauro), mentre per Milano, dove correva il cardiologo di Bossi, resta solamente la giustificazione dell’astensionismo.
Dice un esponente della Lega: «La nostra linea ufficiale è quella che ha perso l’intera Cdl non la Lega, ma è chiaro che il nostro nome era debolissimo. Se avessimo voluto vincere avremmo candidato la moglie di Bossi, Manuela Marrone».
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