(WSI) –Scegliamo a caso una domanda a cui dare risposta stamani: cosa ha creato l’ondata di ribassi visti ieri? Di ragioni, ne abbiamo in abbondanza, a partire dal dato sulla fiducia dei consumatori USA che è uscito a 52,9 rispetto al 62,7 di maggio. Anticipando NFP peggiori del previsto, la fiducia dei consumatori è sceso ai minimi da marzo.
Come sappiamo, il mercato azionario ed il mercato immobiliare sono strettamente legati negli USA, e probabilmente la volatilità e le discese di maggio nell’azionario, unitamente alla situazione stagnante dell’immobiliare USA hanno comportato una revisione delle stime dei consumatori sulla congiuntura USA.
Comunque, queste discese di ieri hanno portato l’EurChf a nuovi minimi, l’EurJpy ad un minimo che non vedevamo da 8 anni e l’EurGbp ad un minimo che non vedevamo da 19 mesi. Andiamo quindi ad elencare le ragioni possibili delle discese di ieri: revisione a ribasso dei leading indicator cinesi; voci di corridoio secondo cui gli esportatori nipponici non sono adeguatamente coperti contro il rischio cambio; Dubai Aerospace che cancella voli; la scadenza della lending facility della BCE; lo sciopero in Grecia contro le misure fiscali restrittive; la discesa dei corsi obbligazionari USA ai minimi dall’aprile 2009; la generale sensazione che le cose peggioreranno prima di migliorare.
Comunque l’analisi tecnica ci viene incontro in ogni momento: stando nel trend si riesce comunque a lavorare in qualsiasi condizione di mercato. Poi sta arrivano un weekend lungo per gli USA (ricordiamo che il 4 luglio è il giorno dell’Indipendenza) e quindi gli investitori staranno anche cercando le minime scuse per chiudere i libri e passare giorni di spensieratezza.
Guardiamo all’ADP e al Chicago PMI per capire meglio quanti americani sono ancora nel mercato oggi e com’è il loro morale. Anche il dollaro Australiano, Neozelandese e Canadese sono scesi con decisione sulla rinnovata avversione al rischio. Fino ad ora, le commodity currency sono rimaste sostenute perché questi paesi sono rimasti legati alla crescita cinese. Ovviamente i dati dubbi ed i timori di ieri hanno portato a questi ribassi. Infine parliamo dello Yen.
Lo Yen tende a rafforzarsi in tempi di avversione al rischio, ma le notizie recenti sono diverse: pare che gli esportatori nipponici si siano coperti sull’EurJpy tra 120 e 125 e quindi sono in sofferenza decisa e forse dovranno liquidare le proprie posizioni in EurJpy e UsdJpy (quindi mettendo ulteriore pressione ribassista su queste valute). Stamani invece puntiamo gli occhi sull’EurUsd con la disoccupazione tedesca in arrivo unitamente alla stima del CPI.
EurChf – Grafico settimanale
Passiamo ora alla consueta analisi tecnica. L’euro dollaro, dopo aver rotto il supporto indicato ieri a 1.2250, non solo ha raggiunto il target a 22 figura, portandosi subito a 1.2175 in quanto sotto figura erano presenti ingenti quantità di stop loss, ma si è anche spinto, dopo un breve cenno di ripresa sopra il 22, a 1.2150 che per ora è riuscito a contenere il movimento di rafforzamento della divisa americana (o per meglio dire di indebolimento della valuta europea).
Ora ci troviamo di nuovo sopra 1.2200 e questo ci deve far capire quanto siano fondamentalmente bilanciati i compratori ed i venditori intorno a questi livelli a causa dell’incertezza che stiamo vivendo a livello globale. Questo è rafforzato anche dal fatto che il nostro indicatore proprietario, lo Speculative Sentiment Index, che esprime un rapporto tra numero di trader long e numero di trader short nel parco clienti di FXCM (indipendentemente dalla size delle loro posizioni), dall’ultima rilevazione effettuata ieri sera alle 20.05 GMT risulta essere a -1.03 (leggasi per ogni trader long ce ne sono 1.03 short). Nel breve periodo è possibile assistere ad un tentativo di ripresa all’interno di questo scenario ribassista, che potrebbe però trovare delle resistenze attorno a 1.2240/50.
Situazione diversa per il UsdJpy, dove l’SSI, cheè un indicatore contrarian, mostra un 4.93 sbilanciato sul lato long, indicandoci così forti possibilità che il mercato continui a scendere. 88.274 il minimo toccato ieri e piccolo accenno di ripresa, comunque non spintosi oltre 88.75 che ha l’aria di poter essere un momento di consolidamento prima di ulteriori discese.
Ci siamo avvicinati molto all’88.21 visto dopo il typo, e siamo molto vicini all’88.12 fatto segnare agli inizi di marzo nonché all’87.998 di ottobre 2009. Sono chiari dunque i livelli di supporto che cercheranno di contenere questa forza dello yen, prima di intraprendere la strada che potrebbe farci vedere, dapprima 87.35, per poi mollare il colpo verso 85.00. Dovessero tenere bene i supporti, si punterebbe dritta area 91 figura.
Il cable ha per ora fallito l’attacco a 1.5200 viste le difficoltà borsistiche accadute ieri e si è mantenuto in rage tra 1.5100 e 1.5000, andando ad evidenziare una buona area di supporto. Pensiamo che nonostante tutto, nel medio periodo la valuta britannica possa avere la forza per rimanere sostenuta, ma dobbiamo per ora concentrarci sul breve. Possibile mantenersi in range a meno di altre sorprese sui mercati, in quel caso andrà valutato il possibile impatto degli eventi sul prezzo.
Spettacolari opportunità ci stanno arrivando dal rapporto tra pound e yen, che continua a mantenersi in un range di 3 figure e mezzo fornendoci così delle buone opportunità di lavorare, magari con leve anche più consistenti e stop loss sempre in macchina per proteggerci da improvvise partenze oltre i punti indicati.
Concludiamo con l’EurChf che continua a segnare nuovi minimi e che ci convince sempre di più che i pericoli di vederlo più basso aumentano e si rafforzano. Siamo nella terra di nessuno, l’unica cosa che ci sentiamo di dire per ora è di stare attenti a costruire posizioni long euro e di analizzare ogni rialzo, in quanto possibilità di acquisto franchi.
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