Il 19 marzo 2003 il presidente degli Stati Uniti George W. Bush annuncio’ dallo studio Ovale della Casa Bianca in diretta TV l’inizio delle ostilita’ in Iraq, per rovesciare Saddam Hussein, accusato di possedere armi di distruzione di massa che invece non c’erano. Bush ha regnato per due mandati, ma con Barack Obama presidente, in Iraq ci sono tuttora oltre 142.000 soldati americani (senza contare altri 100.000 uomini delle forze mercenarie o civili di supporto) anche se Obama ha promesso di ridurli a 50.000 nei prossimi anni.
La verita’ e’ che il mondo non sta affatto meglio 4.385 morti, 31.732 feriti, 7 anni e $747.3 miliardi di dollari dopo (solo truppe Usa, mentre gli irakeni morti sono decine di migliaia: 650.000 stimati in uno studio della rivista medica Lancet). La spesa totale approvata e prevista in budget dal Congresso degli Stati Uniti per la guerra in Iraq tocca complessivamnete i $900 miliardi fino a settembre 2010. La spesa mensile e’ in leggero calo a circa $7 miliardi al mese, rispetto ai $12 miliardi della media mensile 2008, il che equivale a $5000 “al secondo” per il 2008 (stando al leader della maggioranza al Senato Harry Reid).
L’Italia ha avuto un massimo di oltre 2000 militari in Iraq, ma come tutti gli altri paesi ha ritirato le proprie truppe lasciando poche decine di uomini con compiti di addestramento. I soldati italiani morti in Iraq sono 38. In Afghanistan invece (Isaf, International Security Assistance Force) il contingente italiano ha raggiunto i 2800 militari e ha superato quello in Libano (Unifil) che ne conta 2750. In Afghanistan sono morti 20 italiani. Nei Balcani abbiamo circa 2.300 uomini, divisi tra Kosovo, Macedonia, Bosnia e Albania. VIDEO