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E’ GUERRA SUI MERCATI. GLI SPECULATORI ESTENDONO L’ATTACCO ALLA SPAGNA. CROLLANO TUTTE LE BORSE

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Vendite indiscrimate a Wall Street, afflitta dai timori di un contagio della crisi europea del debito, che hanno inflitto un durissimo colpo alla moneta unica, scesa sotto quota $1.30 per la prima volta da aprile 2009, spingendo invece in rialzo il dollaro, che si e’ avvicinato ai massimi di un anno.

Per i listini si tratta della peggiore seduta degli ultimi tre mesi. Il Dow Jones ha ceduto il 2.02% in area 10926.77, il Nasdaq il 2.98% a 2424.25 punti, l’S&P 500 il 2.38% a quota 1173.60.

Nonostante il piano di aiuti promesso alla Grecia, la situazione del debito sovrano dei PIIGS incomincia a fare davvero paura. Gli investitori temono che i 110 miliardi di euro offerti da Ue e FMI alla Grecia non saranno sufficienti a contenere il buco di Atene.

Nel frattempo aumenta il numero di coloro pronti a scommettere che Portogallo e Spagna faranno la stessa fine. Sul mercato hanno iniziato a circolare voci di un possibile declassamento del rating sul debito della Spagna, con Madrid che sarebbe la prossima vittima del debito a dover ricorrere ad un pacchetto di misure di emergenza.

Pronte sono arrivate in coro le smentite delle agenzie di rating e del Primo Ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero, che pero’ non sono servite a calmare gli animi. Zapatero ha definito i rumor “follia pura”, precisando che qualsiasi speculazioni contro la zona euro fuori dalla Grecia e’ “assolutamente infondata e irresponsabile”.

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Le Borse europee sono letteralmente affondate, spinte in basso dalle preoccupazioni che il piano da 110 miliardi di euro messo a punto dall’Ue e dal Fondo monetario internazionale non sia sufficiente per salvare la Grecia. La Borsa di Atene ha chiuso in forte perdita. L’Indice Generale segna alla fine delle contrattazioni -6,68%. Crescono i timori sulle capacita’ del governo di applicare il piano di austerita’, di far fronte alle reazioni sociali, e alle conseguenze di tali misure sull’economia. L’Indice e’ sceso sotto la quota critica dei 1750 punti, a 1729,68. Il Cac 40 di Parigi ha chiuso la giornata segnando -3,64%, il Dax di Francoforte -2,6%, Londra -2,56%, Madrid -5.41%. I listini del vecchio continente hanno azzerato tutti i guadagni messi a segno da inizio anno. L’indice DJ Stoxx 600 si e’ riportato infatti sui livelli toccati lo scorso 4 gennaio.

Chiusura in forte calo per Piazza Affari che ripiomba ai minimi di fine luglio 2009. Il Ftse Mib ha perso il 4,70% a 20.613 punti. Il Ftse All Share ha perso il 4,47% a 21.225 punti. A Piazza Affari Intesa cede il 7%, Unicredit il 6.5%, Fiat il 6.5%, L’Espresso il 7.2%.

Ad affliggere gli investitori e’ inoltre la paura che il debito greco abbia bisogno di essere ristrutturato anche dopo che l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale offriranno un pacchetto di aiuti da 110 miliardi di euro. Lazard ha specificato che una fase di risanamento del debito non e’ stata presa in consideraazione, essendo gli analisti stati chiamati in causa dalle autorita’ greche per una consulenza finanziaria.

Un quadro senza tante ombre della situazione lo offrono i CDS (credit default swaps, cioe’ i titoli usati dagli investitori istituzionali per proteggersi dal fallimento di aziende o eventualmente di stati). Il prezzo dei CDS spagnoli e’ salito a 212 punti base da 163. Cio’ significa che per assicurare $10 milioni di debito spagnolo contro il default, ogni anno servirebbero $212000, rispetto ai $163000 di lunedi’.

I CDS portoghesi sono schizzati a 366 punti base da 284, mentre i CDS irlandesi sono saliti di 36 punti base a 225. Il CDS della Repubblica Italiana e’ salito alla chiusura delle borse europee sui massimi (PREZZO CDS ITALIA PER GLI ABBONATI A INSIDER). Gli spread sui CDS greci si rimangono ancora su livelli eccezionalmente alti.

Sul mercato del debito intanto lo spread tra il rendimento del decennale greco e il bund tedesco, benchmark dell’area euro, e’ salito a 600 punti base per la prima volta dal 30 aprile. Grande fuga degli investitori istituzionali sui titoli di stato USA, con i Treasuries al record assoluto di molti mesi e i rendimenti ai minimi. Fuga verso la qualità e’ il tema di oggi, con la pioggia di vendite sull’azionario.

Con i rinnovati timori sulla reale entita’ della crisi greca e su possibili problemi finanziari per la Spagna, il mercato dei titoli di Stato ha visto gli investitori aumentare nuovamente la domanda per i titoli di stato percepiti come più sicuri, come i bund tedeschi che hanno registrato prezzi in rialzo e di riflesso rendimenti in calo.

Parallelamente le nuove pressioni di vendita sui titoli percepiti a rischio hanno mandato i rendimenti in forte rialzo con un ampliamento del differenziale sui titoli tedeschi. E i Btp? I titoli italiani a 10 anni hanno mostrato maggiore stabilità anche se lo spread nei confronti dei bund, che ieri sera era calato a 94 punti base – il margine più stretto da una settimana – oggi è tornato a salire per toccare i 109 punti base.

La tempesta come detto è tornata innanzitutto sui titoli greci, con il titolo a due anni che ha visto il suo rendimento schizzare di 400 punti base a oltre il 16% mentre il paragonabile titolo tedesco, per la ‘fuga verso la qualità’ opposto è sceso al minimo storico dello 0.706%. Stessa musica sui decennali, con il premio che gli investitori chiedono per detenere un titolo greco che è schizzato a 715 punti base rispetto ai 575 punti dei primi scambi odierni.

Tornando agli States, il Dow Jones ha perso oltre 200 punti, bucando gli 11000 punti, nella sua peggiore seduta da gennaio, mentre gli asset considerati beni piu’ sicuri, come i Treasury hanno guadagnato terreno. Al contempo l’indice della nervosismo VIX, misura della paura dei mercati, ha fatto un balzo di oltre il 20%. E’ da tre sedute che le perdite o i guadagni del paniere industriale sono a tre cifre.

Tuttavia, alcuni esperti sostengono che gli investitori non dovrebbero preoccuparsi troppo del ritracciamento, perche’ la reazione del mercato e’ esagerata.

Gli investitori hanno snobbato un paio di report economici incoraggianti. Le vendite di case con contratti in corso sono salite del 5.3% in marzo, facendo meglio delle stime. Nello stesso mese, gli ordini industriali sono cresciuti per l’undicesimo mese consecutivo su dodici, dell’1.3%, molto meglio del calo dello 0.2% previsto.

Tra i settori particolarmente presi di mira sono stati i materiali di base, gli industriali e i tecnologici. Caterpillar e Hewlett-Packard sono stati i due titoli piu’ venduti sul Dow.

I comparti dei trasporti e della tecnologia, tra i piu’ ispirati ieri, oggi hanno invece accusato decisamente il colpo. Le Apple hanno fatto un tonfo insolito di quasi il 3% dopo che le autorita’ hanno ventilato l’ipotesi di aprire un’indagine antitrust. Pesanti anche altri titani dell’hi-tech come Oracle, Dell. Microsoft e eBay.

“Si segnalano prese di profitto sugli esportatori e sulle aziende che hanno una presenza consistente in Europa”, osserva una volta chiamato in causa da Reuters Fred Dickson, chief market strategist di D.A. Davidson & Co. “Stiamo prendendo profitti da tecnologici, energetici e industriali”.

Anche il comparto finanziario non e’ stato risparmiato. con il Senato si prepara oggi a votare i primi emendamenti sulla riforma del sistema finanziario.

Bank of America e JP Morgan hanno ceduto oltre l’1%, mentre Citigroup il 2%. Praticamente tutte le aziende componenti l’indice delle blue chip hanno chiuso in rosso, tranne Walmart, Merck e Pfizer. Queste ultime due sono state avvantaggiate da trimestrali positive.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio perdono quota $83, nella peggiore seduta da febbraio. I futures con consegna giugno subiscono un calo del 4% (-$3.35) attestandosi a quota $82.74 al barile. Sul valutario la moneta unica viaggia a quota $1.3012 (-1.44%) dopo essere scesa sotto $1.30 per la prima volta da aprile, toccando $1.2993. L’oro arretra di $14.10 (-1.2%) in area $1169.20 circa. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.6130% dal 3.7050% di ieri (-9.2 punti base).