(Teleborsa) – Anche se con l’aiuto degli incentivi le casse della FIAT sono nuovamente più pesanti per l’utile del secondo trimestre 2010 fissato a 113 milioni di Euro; un dato significativamente migliore delle attese che si raggruppava intorno ad un consensus medio di 90 milioni e, soprattutto, migliori della seconda trimestrale 2009 che invece pesava in negativo per 179 milioni. I ricavi sono cresciuti del 12,5% a 14,8 miliardi con trading profit “più che raddoppiato” a 651 milioni. In forte calo l’indebitamento netto industriale, a 3,7 miliardi dai 4,7 di fine marzo. Bel risultato e maggiormente visibile a livello internazionale dopo l’assunzione delle redini di Chrysler da parte di Marchionne. E il fatto che il CdA si sia tenuto nel quartier generale del colosso americano in Michigan, rafforza il sentiment che la coesione tra le due case automobilistiche in termini organizzativi e progettuali è ad ottimi livelli. La FIAT si lecca i baffi, ma ancor di più potrebbe leccarseli Marchionne per il via libera allo spin-off del settore auto da tutto l’aggregato industriale del gruppo torinese che confluirebbe in FIAT INDUSTRIALS S.p.A., una società appositamente costituita che osserverebbe un rapporto di concambio per i vecchi azionisti pari 1 a 1. Cioè, per ogni azione FIAT posseduta dagli azionisti prima dell’operazione, gli stessi riceveranno gratuitamente 1 azione di FIAT INDUSTRIALS a far data, presumibilmente, dal gennaio 2011. Marchionne gongolerà per portato a termine un piccolo sogno che permetterà alla FIAT di valorizzare al meglio tutto l’asset dell’auto con ripercussioni positive di medio periodo anche per la capitalizzazione borsistica. Tutto in un periodo in cui il settore Auto mostra qualche segno di sofferenza e i marchi più blasonati, negli ultimi dati diffusi sulle immatricolazioni, hanno visto erodere significative i propri livelli di vendita per l’incalzare della crisi economica sui consumi.