Legnano – Sembra che gli investitori non avranno pace nemmeno nelle prossime settimane che dovrebbero condurre ad una pausa estiva. Oramai sono chiari, sebbene non certo risolti, i due principali motivi che hanno favorito il nervosismo dei mercati mondiali: i debiti sovrani ed il rischio contagio fra i paesi europei e, dall’altro lato dell’Atlantico, le rinnovate speculazioni per un ipotetico nuovo piano di stimoli per l’economia americana (il QE3 potrebbe così divenire una realtà).
Nelle ultime ore però l’attenzione di tutti è spostata verso qualcosa che potenzialmente potrebbe avere ancora effetti maggiori. Stiamo parlando della possibilità che il debito degli States venga declassato dalle maggiori compagnie di rating per la crescente possibilità che il tetto sul debito americano non venga innalzato nei tempi necessari (movimento già eseguito 11 volte nei passati 10 anni). Il rating a tripla A potrebbe (temporaneamente ci tengono però a precisare da Moody’s) essere abbassato a Aa se entro il prossimo 2 agosto non si arrivi ad una mediazione politica che consenta una riduzione delle spese. La strada in questo caso sembra tutta in salita dato che gli appelli del presedente Obama ai rappresentanti dell’opposizione (repubblicani) sono caduti per il momento tutti nel vuoto.
Ma quale potrebbe essere una reazione alla peggiore delle ipotesi?
A parte una grande “arrabbiatura” da parte di chi detiene buona parte del debito americano (la Cina, che ha già a gran voce chiesto notizie che rassicurino i mercati) potremmo assistere ad un indebolimento, anche marcato, delle valute ad alto rendimento (pensiamo al dollaro australiano, la corona norvegese etc.) per uno spostamento di investitori verso le valute considerate come un rifugio sicuro in questi momenti (in primis abbiamo il franco svizzero e lo yen). Questo potrebbe inoltre innalzare, di nuovo, la volatilità del mercato, che reagirebbe oltre misura ad ogni piccolo stimolo. Un’anticipazione di cosa potrebbe avvenire è già stata osservata il 13 luglio scorso, quando Moody’s ha corretto a negativo l’outlook del credito a stelle e strisce. Gli indici americani hanno lasciato sul terreno parecchio ed abbiamo visto un movimento favorevole a yen e franco (prendiamo ad esempio il grafico del cambio AudJpy, piuttosto rappresentativo dello spostamento da investimenti ad alto rendimento, verso basso rendimento).
Non potendo immaginare come si risolverà questa situazione, passiamo ad affrontare questa prima giornata della settimana dal punto di vista tecnico.
L’immancabile eurodollaro ha confermato, nella notte, la rottura a ribasso del livello di supporto poco al di sopra di 1.41, visto venerdì, continuando quindi il precorso di correzione della moneta unica dai massimi di mercoledì scorso. Il particolare movimento a cui stiamo assistendo, proprio dal 13 luglio scorso, sembra avere tutte le caratteristiche per ricordare una flag (un grafico con candele a 4 ore chiarisce perfettamente l’idea). Parliamo quindi di un movimento di correzione rispetto ad un movimento primario, in questo caso in salita dall’inizio di settimana scorsa, che almeno in teoria vorrebbe una continuazione del trend primario. Certo dovremmo assistere ad una rottura di 1.4175 e questo per il momento non appare semplice, per un fattore che sembra poter complicare la figura: parliamo dell’ampiezza temporale della correzione (della bandiera) che si è rivelata maggiore della tendenza primaria stessa.
Immaginiamo che molto presto conosceremo le sorti di questa idea poiché il livello di supporto dinamico, suggerito dalla trendline ribassista, transita a 1.4050, coincidendo perfettamente con la seconda (50%) delle tre maggiori percentuali di ritracciamento di Fibonacci. Da notare come il mercato sia già arrivato su questo interessante livello nella notte passata e come si sia arrestato.
Passiamo ora ad osservare il cambio UsdJpy, praticamente un cambio fisso da giovedì scorso. Probabilmente sta avendo un peso quest’oggi la chiusura di Tokyo per festività. Intanto è davvero impressionante osservare come negli ultimi tre giorni i prezzi non siano andati oltre 79.25, come resistenza e 78.85 come supporto. Questi sono ancora i livelli mostrati la settimana scorsa e che riteniamo validi anche per le prossime ore. Oltre a questi dobbiamo tenere in considerazione 79.60 e 78.40, i due estremi di volatilità dei primi giorni di settimana scorsa.
Guardiamo ora al cambio EurJpy, che seguendo il calo dell’eurodollaro sta mettendo a segno una correzione dai massimi raggiunti la settimana scorsa vicini a 113. Anche in questo caso osserviamo le percentuali di ritracciamento di Fibonacci, per notare come rispetto alla ripresa da lunedì scorso siamo quasi giunti all’ultimo supporto a 110.90. Per vedere un cambiamento di rotta nelle prossime ore dovremmo assistere ad un ritorno sopra la tendenza negativa che insiste negli ultimi giorni e che indica a 111.70 un‘interessante ara dinamica di resistenza.
Vediamo ora la sterlina, che sta vivendo un momento non certo favorevole. A peggiorare la già delicata situazione della moneta di sua Maestà è giunta la correzione dei prezzi delle case, mostrati in calo per la prima volta in un anno. Questo si somma quindi alla diminuzione di richieste di mutui ipotecari e alla fiducia in calo mostrata nelle recenti rilevazioni. Non dimentichiamo in settimana la pubblicazione delle minute della passata riunione di politica monetaria della BoE, dalle quali potrebbe emergere un nuovo equilibrio interno fra i votanti.
Tornando ai prezzi possiamo notare come l’andamento del cable delle ultime giornate sia piuttosto laterale con una componente di negatività. Ciò che maggiormente ha deluso, la settimana passata, è stato certamente il mancato affondo oltre 1.62. Nell’immediato valuteremmo con interesse il supporto di 1.6075, dalla cui rottura crediamo dipenda una correzione più profonda ed indirizzata verso 1.5940.
Parliamo ancora della sterlina, contro euro ora, per notare come la direzione evidenziata da due settimane abbondanti continui a rimanere in calo. L’obiettivo di 0.8725 è quasi perfettamente stato toccato, ma non superato. Questo aumenta le possibilità di utilizzarlo come più interessante livello di supporto. Nonostante non si trovi effettivamente dietro l’angolo, il livello di cambiamento è posizionato a 0.8835.
Nessun superamento venerdì della resistenza a 128.15 sul cambio GbpJpy. È un livello interessante anche per le prossime ore ed in grado i cambiare il trend nel medio periodo. Come area di supporto possiamo ipotizzare qualcosa di importante a 126.75.
Chiudiamo con il franco, ancora in un momento di forza assoluta.
Il cambio EurChf non perde occasione per mostrare un minimo ogni giorno inferiore. Per il momento siamo arrivati a 1.1410, senza nessun cenno di inversione. Troviamo un primo livello giornaliero di resistenza a 1.1490, dove si trova il minimo del cambio precedente, alla cui rottura ieri sera abbiamo assistito a un ulteriore drastico calo.
Non abbiamo visto un nuovo minimo sul cambio UsdChf, nonostante vi si sia andati vicino. Abbiamo invece visto, per il momento, un bel doppio minimo a 0.8080… vediamo se basterà questa figura di inversione ad arrestare il franco. 0.82 potrebbe essere il primo livello di conferma che qualcosa effettivamente stia cambiando, anche solamente nel breve.
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