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Dura poco l’acquisto di dollari dall’Asia

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Dopo la pubblicazione dei dati sui salariati non agricoli negli Stati Uniti, l’Asia ha sperimentato un conseguente istintivo acquisto di dollari, che si è però esaurito presto e il resto della giornata ha registrato una progressiva pressione verso il basso dell’indice (l’Euro è tornato a quota 1,36, il dollaro australiano a 1,0150 ma il cross USDJPY è apparentemente ancorato appena sopra 82,0).

Con gli occhi puntati sulla pubblicazione dei dati relativi ai salariati non agricoli negli Stati Uniti, gli scambi prima della pubblicazione erano un po’ sottotono. Tuttavia, dopo la pubblicazione, la situazione è cambiata. I titoli contradditori (un incremento di sole 36.000 unità rispetto alle 145.000 previste, con un tasso di disoccupazione del 9,0% più basso in 21 mesi), hanno gettato i trader in uno stato di agitazione.

La reazione iniziale è stata quella di concentrarsi sui dati deludenti dei salariati non agricoli (con un incremento di soli 50.000 posti di lavoro nel settore privato) ma dopo aver preso in considerazione i dati sulle condizioni atmosferiche e le revisioni al rialzo rispetto ai dati dei mesi precedenti il dollaro si è ripreso con vigore riportando l’indice ai livelli registrati alla fine di gennaio.

Secondo altri dati, la sterlina ha registrato una quotazione migliore a seguito del rialzo imprevisto dei prezzi immobiliari, contraddicendo dati simili di altri operatori. L’andamento del CAD è stato disorientato da una affermazione contrastante contenuta nella relazione statunitense secondo cui la crescita dell’occupazione sarebbe stata marcata nonostante un incremento inaspettato della disoccupazione, ulteriormente aggravata da un indice Ivey PMI molto debole. Come conseguenza, il cross USDCAD ha registrato un andamento piatto al termine della giornata.

La maggior parte delle borse asiatiche riaprono oggi dopo una lunga vacanza in concomitanza del capodanno cinese, ad eccezione di Taiwan e Cina che festeggeranno ancora rispettivamente fino a martedì e mercoledì, pronti a smaltire i postumi della sessione di venerdì.

Per quanto riguarda i dati, l’attenzione è rivolta alle vendite al dettaglio australiane del mese di dicembre, che sono state alquanto deludenti. Da un +0,2% m/m, i dati non hanno rispettato l’incremento dello 0,5% previsto, come spesso si verifica a dicembre, registrando un ribasso a seguito di fattori stagionali. Una lieve revisione al rialzo dei dati di novembre è stata sufficiente ad influire leggermente sull’AUD. Nel frattempo, le inserzioni di lavoro in Australia e Nuova Zelanda sono tornate ai livelli di due anni fa nonostante le inondazioni che hanno colpito il Queensland. Si è trattata del dodicesimo incremento consecutivo mensile e i dati relativi agli annunci di lavoro sono stati i più alti da dicembre 2008.

L’Europa sarà chiamata a stabilire la direzione successiva delle valute visto che l’Asia non è in grado di sostenere la ripresa del dollaro. Secondo i dati, sono attesi il saldo di bilancio della Svezia, i dati sulla produzione industriale della Norvegia e l’indice Sentix sulla fiducia degli investitori nell’Eurozona, oltre agli ordinativi all’industria tedesca. Rispetto a venerdì, la sessione nordamericana è alquanto calma e l’unico evento di rilievo è la pubblicazione dei permessi edilizi in Canada. Restiamo in attesa degli interventi di Weber e Mersh della BCE.

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