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DUBAI, BANKITALIA: NESSUN RISCHIO PER NOI

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Il sistema finanziario italiano non ha nulla da temere dal rischio crack nell’Emirato di Dubai. Lo ha affermato il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni, a margine di un convegno all’Abi. “Per quanto riguarda il sistema Italia – ha detto Saccomanni – non ci sono problemi. L’esposizione è molto contenuta, non c’è alcuna preoccupazione”. Anche la Consob sta facendo approfondimenti per il possibile rischio di crack miliardario nell’Emirato di Dubai, ma al momento “c’è una serenità assoluta”. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità, Lamberto Cardia.

Tra i creditori di Dubai World, figurano una settantina di banche: in testa l’Abu Dhabi Commercial Bank con 1,9 miliardi di dollari. Coinvolte Credit Suisse, Hsbc, Lloyds e Rbs. Tra le italiane, Unicredit ha un’esposizione ‘non rilevante’, ha commentato un portavoce. Per gli analisti di Goldman Sachs, Hsbc avrebbe una perdita potenziale di 611 milioni di dollari, Standard Chartered di 177 milioni di dollari. Sumitomo Mitsui Financial potrebbe essere esposta per 225 milioni e Mizuho Financial per 100 milioni di dollari. Il peso del debito di Dubai potrebbe oscillare ‘tra gli 80 e i 90 miliardi di dollari’. E’ quanto scrivono analisti di Ubs. ‘Questo implica che i titoli sul debito emessi nelle ultime settimane siano insufficienti per una correzione dei conti nell’immediato’. Dubai aveva detto che avrebbe emesso titoli per 20 miliardi di dollari per coprire i danni del crac della Dubai World.

L’esposizione delle banche italiane nei confronti del Fondo Dubai World e’ ”estremamente marginale o inesistente”, afferma Faissola. ”Gli istituti ”non dovrebbero avere problemi da quanto e’ capitato”, ha detto il presidente dell’Abi commentando la crisi in corso del fondo dell’emirato arabo.