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(WSI) – Fuori programma a Bagdad per George W. Bush. Durante la conferenza stampa congiunta con il premier iracheno Nuri al Maliki nella sua residenza un giornalista iracheno ha lanciato le scarpe contro il presidente Usa che è riuscito a schivarle.
L’uomo, portato via dalle forze di sicurezza, era seduto in terza fila e mentre i due leader si stringevano le mani davanti alle telecamere, si è alzato in piedi gridando rivolto a Bush «questo è il tuo bacio d’addio, cane» e lanciando subito dopo una scarpa dopo l’altra verso il presidente Usa.
SCHIVATE – Bush si è chinato per evitare la prima scarpa mentre la seconda l’ha evitata per un pelo. Il presidente ha tentato di sdrammatizzare l’accaduto ironizzando: «L’unica cosa che posso dirvi che si trattava di scarpe taglia 10 (una 42 in Italia, ndr)». Nella cultura islamica l’insulto «cane» con cui Bush è stato apostrofato dal giornalista è considerato uno tra i più pesanti perché quello che in occidente è considerato il miglior amico dell’uomo dai musulmani è visto come un animale impuro. Allo stesso modo essere colpito dalla suole delle scarpe è un altro affronto. Quando il 9 aprile del 2003 le truppe Usa entrarono a Baghdad abbattendo una grande statua di Saddam Hussein molti tra gli iracheni presenti si scagliarono sull’effigie del rais colpendola con le scarpe per sfregio.
CHI È -Il giornalista iracheno è stato individuato come Muntazer al-Zaidi del canale tv «Al-Baghdadia», di proprietà irachena ma diffuso dal Cairo. Altri giornalisti iracheni presenti nella sala si sono alzati in piedi per scusarsi con Bush che ha ringraziato minimizzando: «Vi ringrazio… ma in realtà non ho capito cosa volesse quel tizio».
LA GUERRA NON È ANCORA FINITA – L’incidente dopo che il presidente aveva affermato, parlando davanti ai giornalisti che «la guerra in Iraq non è ancora finita». Scambiando alcune battute con la stampa al suo seguito dopo avere incontrato il premier iracheno Nuri al-Maliki, Bush ha aggiunto: «C’è ancora lavoro da fare», prima di precisare che l’accordo di sicurezza firmato tra Usa ed Iraq, garantisce al paese mediorientale «una solida base, per oggi e per il futuro». L’accordo, che prevede la fine di una presenza militare americana di ampio respiro entro il 2011, è stato raggiunto nei giorni scorsi
LA VISITA – Era stata una visita a sorpresa. Come sempre è avvenuto, per ovvie ragioni di sicurezza. Ma la sicurezza non è mai troppa. Il presidente americano George W. Bush è giunto domenica in Iraq, ha precisato la Casa Bianca, per incontrare i leader iracheni, ringraziare le truppe e per celebrare il nuovo accordo sulla sicurezza raggiunto con il governo iracheno.
La visita arriva all’indomani del via libera nel Parlamento iracheno dell’intesa siglata con gli Usa, che prevede il ritiro di tutte le truppe statunitensi entro la fine del 2011.
Si tratta della quarta visita di Bush dall’invasione americana del paese nel 2003.
GLI INCONTRI – Sebbene l’Iraq sia ormai scivolato nell’ordine di priorità delle preoccupazioni statunitensi, surclassato dalla recessione che ha colpito l’economia Usa, i sondaggi mostrano che per la maggior parte degli americani la guerra è stata un errore. Dopo quasi 6 anni dall’inizio di un conflitto che è costato la vita a più di 4.200 militari Usa e e a decine di migliaia di iracheni, in Iraq rimangono ancora 140.00 soldati statunitensi. Il segretario alla Difesa, Robert Gates, giunto a Baghdad sabato, anche lui senza preavviso, ha comunque assicurato passando in rassegna le truppe «che le forze statunitensi nel Paese sono entrate nell’ultima tappa dell’impegno preso da Washington in Iraq».
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