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Draghi stronca le illusioni: Spagna traballa, niente exit strategy Bce

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Siena – Tassi di interesse: in area Euro la sessione di ieri è stata caratterizzata dall’attesa per la riunione della Bce con i listini azionari rimasti in territorio negativo e gli spread in rialzo. A penalizzare gli spread è stata anche la deludente asta spagnola con un importo totale collocato pari a circa 1Mld€ al di sotto dell’obiettivo massimo.

La riunione della Bce come nelle attese si è conclusa con invarianza del tasso di riferimento e delle manovre non convenzionali. La decisione è stata unanime ed il board, come ha precisato Draghi, non ha discusso di cambiamenti al livello dei tassi.

Draghi ha definito al rialzo i rischi sull’inflazione, per il rialzo delle materie prime e delle imposte indirette in alcuni paesi, mentre al ribasso sono stati definiti i rischi sulla crescita (tra le possibili cause: materie prime e peggioramento del mercato del lavoro in molti paesi dell’area).

La Bce, continuerà però a monitorare attentamente i rischi inflattivi ed in particolare la potenziale trasmissione dei rincari energetici su salari, profitti e politiche di fissazione dei prezzi. Al momento però le aspettative di inflazione, restano ben ancorate agli obiettivi di medio termine. Il rialzo dei prezzi potrebbe infatti essere bilanciato da una crescita modesta e da un mercato del lavoro ancora debole.

Sulle manovre non convenzionali il capo della Bce ha ricordato il loro carattere temporaneo, aggiungendo che gli effetti delle operazioni a tre anni (in particolare quella di fine febbraio) non sono ancora ben visibili e che per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo per giudicarle. Su questo punto ha precisato che a suo avviso il recente allargamento degli spread dei periferici potrebbe essere attribuito non tanto ad un segnale di dissolvimento dell’impatto delle due operazioni Ltro quanto piuttosto all’attesa dei mercati per l’approvazione finale delle riforme strutturali. Ha pertanto sollecitato i governi a metterle in atto.

Sulla strategia di uscita dalle manovre non convenzionali Draghi ha dichiarato al momento la discussione è prematura.

Confermiamo l’attesa di un eventuale taglio dei tassi nel terzo trimestre dell’anno.

Sul fronte macro segnaliamo il recupero mensile degli ordinativi industriali tedeschi di febbraio, che hanno visto un rialzo degli ordini da parte dei paesi extra area Euro a fronte di un andamento opposto degli ordini dalla zona Euro.

La Francia oggi effettuerà emissioni fino a 8 Mld€ di titoli a medio lungo termine.

Negli Usa listini azionari in calo in una giornata in cui hanno pesato soprattutto le rinnovate tensioni in area Euro. Con riferimento alla disputa in atto tra amministrazione Obama e agenzia FHFA (l’agenzia che sovrintende Freddie Mac e Fannie Mae), segnaliamo come DeMarco, presidente della FHFA, ha lasciato intendere che l’ipotesi di riduzione parziale o totale della quota capitale per i mutuatari in difficoltà non sia la soluzione da lui preferita. In ogni caso su questo punto si esprimerà in modo ufficiale entro la fine di aprile.

Sul fronte emergente da segnalare il recupero dei listini azionari cinesi dopo la notizia di un raddoppio degli investimenti consentiti agli investitori stranieri.

Valute: continua il trend di debolezza dell’euro. La moneta unica si è deprezzata vs dollaro arrivando a chiudere nella sessione europea poco sopra 1,31. Primo ostacolo per la continuazione del trend è il supporto posto a 1,31, mentre la resistenza è posta a 1.318/1.32.Verso dollaro lo yen continua ad oscillare tra la resistenza a 83,30 ed il supporto 81,50.

Verso euro si è invece assistito ad un apprezzamento dello yen con il cross calato ai minimi da 3 settimane sulla scia del movimento dell’euro/dollaro. Per oggi un livello di supporto si colloca a 107,50, anche se l’area di supporto più importante si colloca presso 106. Non si esclude la possibilità di un test di tale area nel corso del mese qualora l’euro/dollaro si avvicini all’area 1,30. Il ministro delle finanze Azumi ha dichiarato che le critiche Usa agli interventi del Giappone sul forex non influenzano la politica del paese del Sol Levante. Secondo il ministro, il recente deprezzamento dello yen è legato alle minori tensioni in Europa ed ai migliori dati macro negli Usa.

Materie Prime: giornata negativa per le commodity che continuano ad essere penalizzate dalle minute della Fed di martedì sera. Particolarmente colpiti i metalli preziosi, la categoria più sensibile alle attese sulla futura liquidità nel sistema finanziario. Ieri l’argento (-6,7%) e l’oro (-3,5%) sono stati tra i peggiori dell’indice GSCI, con il metallo giallo sui minimi da circa 3 mesi. In calo praticamente tutte le componenti dell’indice tranne alcuni agricoli come lo zucchero (+0,7%) e la soia (+0,2%). Il Brent ha perso il 2%, il rame il 3,1%.

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