Economia

Draghi senatore a vita: l’idea “anti Troika” di Mattarella

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Mario Draghi senatore a vita: questa l’idea a cui starebbe lavorando il Quirinale  e che riferisce un articolo di domenica 7 aprile apparso sul quotidiano Il Tempo e firmato da Luigi Bisignani.

Mario Draghi senatore a vita per dare una sferzata al governo più pazzo del mondo che, dalla Libia alle infrastrutture, non ne indovina una? Pare che sia questa l’idea che sta maturando in gran segreto il Quirinale. A oggi il presidente Sergio Mattarella ha nominato solo uno dei cinque senatori a vita cui ha diritto, la bravissima e tostissima Liliana Segre.

Bisignani precisa anche i tempi.

L’interrogativo ora allo studio degli uffici del Quirinale è quando formalizzare la nomina: 2 giugno, giorno in cui il Consiglio dei capi di stato sceglierà il successore e, dimettendosi, potrebbe addirittura lasciare Francoforte, o il 1° novembre, quando finirà effettivamente il mandato?.

Il presidente Sergio Mattarella si sarebbe così convinto che così non si può più andare avanti e lascerà mano libera al governo giallo-verde fino alle elezioni europee e quale che sia il risultato, l’eventuale nomina di Draghi a senatore a vita il 2 giugno significa che a dettare l’agenda del governo è il Capo dello Stato. “Con Draghi in pista, per il trio Conte-Salvini-Di Maio la ricreazione sta per finire” scrive Bisignani che apre così allo scenario di elezioni anticipate che potrebbero addirittura svolgersi entro l’anno, o al più tardi nella primavera del 2020.

Ma con Draghi, che cosa accadrebbe? Le ipotesi che circolano, in buona sostanza, sono due come riporta Italiaoggi.it.

Ipotesi uno: Draghi sale a Palazzo Chigi sostenuto da una maggioranza dettata dall’emergenza, a cui si troverà un nome adeguato, formata da Pd, Forza Italia e, a sorpresa, anche dal M5s, con la Lega e Fratelli d’Italia all’opposizione. (…) ipotesi due: elezioni nella prossima primavera per dire sì o no a un governo Draghi al fine di porre rimedio ai disastri finanziari del governo gialloverde ed evitare l’arrivo della Troika. Un finale di partita che difficilmente potrà essere a favore dei due vicepremier litiganti di oggi.