
Roma – Le banche centrali di tutto il mondo iniziano a muoversi e l’azionario globale apprezza. I mercati stanno accogliendo infatti con favore le recenti dichiarazioni di Mario Draghi, numero uno della Bce, che ha fornito rassicurazioni all’Eurozona, affermando che “L’Eurosistema continuera’ a fornire liquidita’ alle banche solventi, se sara’ necessario”.
L’istituto di Francoforte insomma si dice pronto ad agire in caso di necessità, anche se precisa che il pieno impatto delle maxi iniezioni di liquidità avvenute con le due operazioni LTRO deve ancora farsi sentire. Tali operazioni sono state cruciali, in quanto “la Bce aveva intravisto la possibilità di un grave periodo di credit cruch“. Tale credit crunch, ha detto nel suo discorso “avrebbe aggravato seriamente il rallentamento dell’attività economica, danneggiato l’occupazione e aumentato i rischi al ribasso sulla stabilità dei prezzi”.
Intanto, nell’attesa di conoscere anche le prossime mosse della Fed, con il braccio di politica monetaria Fomc che si riunirà la prossima settimana, una conferma dell’intenzione di agire delle banche centrali arriva dall’Inghilterra.
Insime al governo britannico, la Bank of England ha annunciato infatti una mnovra di 100 miliardi circa per far fronte al rischio di un nuovo credit crunch. George Osborne, Cancelliere dello Scacchiere, ha confermato l’impegno del governo a fianco della Banca centrale per “dispiegare una nuova potenza di fuoco” per fronteggiare quella che ha definito la peggiore crisi economica in tempo di pace.
Il programma di “finanziamenti per attività creditizia” potrebbe tradursi in un ammontare di 80 miliardi di sterline di prestiti da erogare al settore privato; un secondo schema di emergenza, di una durata minima di quattro mesi, mira invece a offrire liquidità alle banche in tranche mensili da almeno 5 miliardi.
“Il governo, con l’aiuto della Banca d’Inghilterra, non rimarrà a guardare senza fare niente mentre si avvicina la tempesta”, ha detto Osborne all’annuale vertice con il mondo finanziario, ammonendo sul fatto che “la situazione potrebbe peggiorare prima di migliorare” nella zona euro.
(in fase di scrittura)