Editoriali

Draghi: i cinque mesi che abbiamo già perso

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Cinque mesi perduti. Il 2 settembre scorso non eravamo stati i soli a parlare di una possibile candidatura di Mario Draghi alla Presidenza del Consiglio. (In calce a queste righe trovate l’articolo che avevo scritto proprio quel giorno), ma l’avevamo anticipato, anzi sperato.

L’Italia ha bisogno di leadership, l’Italia ha bisogno di idee chiare e semplici, l’Italia ha bisogno di autorevolezza.
Mario Draghi avrà tutto questo? Staremo a vedere. Sull‘autorevolezza non ci sono dubbi, sulla capacità di saper interagire con le istituzioni europee ed internazionali neanche.

E’ importante sottolineare come Draghi abbia dimostrato doti importanti anche in politica: non dev’essere stata cosa agevole mettere d’accordo i vertici della BCE, soprattutto l’ala dura del nord Europa e della Germania.

Non dimentichiamo però che proprio in Germania Mario Draghi è stato dipinto come una sorta di distruttore dei risparmi tedeschi, molti ricorderanno alcune prime pagine in cui era fotografato come Dracula, visto che gli si imputava, con il violento ribasso dei tassi, tanta distruzione di ricchezza del Paese.
Insomma, Draghi ha avuto la necessità di sapersi divincolare in tante direzioni.

Lui è stato il salvatore dell’Euro. Salverà anche l’Italia? Io non amo i tecnici, perché rappresentano il fallimento della politica, Ma a questo punto ben venga. Draghi farà ciò di cui il Paese ha bisogno? Di cui l’Italia ha bisogno? Questo lo sapremo solo nel tempo.

Draghi: far peggio dei suoi predecessori sarà difficile

Negli ultimi anni, anche senza la Pandemia, l’Italia è sprofondata in fondo a tutte le classifiche. Migliaia di imprenditori hanno passato la mano, venduto a cinesi, tedeschi e inglesi, la scuola ha perso la sua identità, l’Italia ha perso la sua identità. E’ diventato indispensabile cambiare registro, cambiare modalità, proporre idee.

Ci vogliono progetti. Nel corso dell’ultimo anno si è parlato solo di assistenzialismo, si sono bruciati un centinaio di miliardi senza che un solo progetto sia partito, senza che una sola idea sia sta prodotta, senza che un solo sguardo verso il futuro sia stato proiettato.

Abbiamo cancellato libertà precostituite.

La Pandemia è stata usata, attraverso la Paura del contagio, come leva per mantenere il potere. Sulla Paura si distrugge tutto e non si è mai costruito nulla.

Serve competenza e consapevolezza. Serve adesione e partecipazione. Il Paese è sull’orlo di un precipizio, sull’orlo di un baratro, sull’orlo della povertà. La dichiarazione di Draghi a Rimini fu una proiezione di speranza.

Parlò dei giovani, della loro importanza, della loro forza, della loro necessità di protezione.

Un ultimo aspetto. I RISPARMI.

Rappresentano un asset determinante per questo Paese. Draghi, o chi per lui. che  guardi a questi per crescere non per vessare. Che si guardi a questi per insegnare agli italiani a diventare investitori, perché gli italiani non hanno idea di che cosa significhi.

Guardate questa tabella. E’ uno studio che abbiamo appena fatto:

 

 

Guardate. Siamo quelli che fanno crescere meno le attività finanziarie, siamo quelli incapaci di fare gli investitori, siamo quelli incapaci di fare in modo che i risparmi producano crescita.
E’ ora di cambiare passo. Una volta per tutte è ora di cambiare registro e prospettiva. I risparmi non si toccano. Si fanno crescere, si fa crescere il Paese, si investono sulle aziende italiane prima che cambino proprietà e bandiera.

Ma quello che serve ad ogni italiano lo si ritrova in una sola parola. FIDUCIA.

Con la fiducia si cementa ogni cosa, si collega ogni strato sociale, sulla base della fiducia si costruisce una relazione, una società, una nazione. Di incertezze ne abbiamo avute già troppe.

Provate a mettere assieme tutti i segni meno di questi ultimi mesi e vedrete un sconquasso da cui no sarà facile ripartire. Le parole forti di Mattarella forse sono arrivate in ritardo anche loro. Meglio tardi che mai però.

Ora voltiamo pagina…e cominciamo a scrivere solo cose belle.

L’articolo scritto il 2 settembre 2o2o

Forse i tempi sono maturi. Due indizi fanno una prova. Dopo le dichiarazioni molto forti nel corso del Meeting di Rimini, Mario Draghi torna a parlare. Lo fa attraverso un’intervista a Filippo Crea, professore di Cardiologia dell’università Cattolica e direttore dell’European Heart Journal.
Due indizi fanno una prova, dicevo. Se dopo Rimini, il sospetto che qualcosa fosse cambiato nell’approccio alla vita politica italiana da parte dell’ex numero uno di BCE, avesse colto più di qualche osservatore, dopo l’intervista di ieri credo che i dubbi siano stati completamente dissipati: qualcosa sta ruotando attorno a Mario Draghi. Lui così riservato, a tratti schivo, per esporsi in maniera così netta evidentemente avrà già molto chiaro il suo percorso.

Non credo sia un caso che Draghi, per le sue dichiarazione di ieri abbia scelto proprio una rivista del settore medico, così non è un caso che le sue prime parole siano state: “Dovremmo spendere molto di più per la salute”, e poi “Per la maggior parte dei governi la pandemia ha evidenziato l’importanza di disporre di buone strutture di assistenza e di un sistema sanitario efficiente”.

Draghi non lo ha detto, ma il modo più semplice per avere fondi a disposizione da indirizzare verso un ripristino del sistema sanitario è aderire al MES. Il Fondo Salva Stati ha messo a disposizione del nostro Paese ben 36 miliardi di euro, capitali che l’attuale Governo non sembra intenzionato ad usare.
Eppure “investire” su un sistema sanitario che ha fatto acqua da tutte le parti nel periodo più duro della Pandemia vorrebbe dire creare nuove strutture, nuovi posti di lavoro soprattutto.
Questo darebbe una prima accelerata al PIL italiano che Istat ha appena rivisto al ribasso. Inutile dire che se ci fosse Draghi al Governo, il MES sarebbe già cosa fatta.

Giusto o non giusto? Che ognuno dica la sua in perfetta libertà. Sostengo solo che, da europeista convinto, l’ex governatore della BCE non esiterebbe un attimo nell’attingere al Fondo Salva Stati.

Ma se le indirette dichiarazioni pro-Mes non bastassero, Draghi pur non criticando mai nessuno, così com’è nel suo stile, si è concentrato sulle scelte che questo Paese dovrebbe fare, e non sono decisamente in linea con quelle dell’attuale Governo. Draghi ha esortato i governi a convogliare fondi di stimolo verso settori che possono creare nuovi posti di lavoro per i giovani piuttosto che spendere soldi per difendere lo status quo.
“I sussidi dovranno diminuire, ma allo stesso tempo verranno creati posti di lavoro” ha detto.

Insomma, sembrerebbe proprio che Mario Draghi abbia scelto una nuova strada, quella della politica. Qualche giorno fa Aurelio De Laurentiis, il patron del Napoli, in un’intervista ha dichiarato che i Governi non possono non convivere, oltre che con la Pandemia, con il nuovo che avanza, non possono assolutamente prescindere dai temi economici. Draghi sarebbe perfetto no?!

Le nostre sono solo congetture, ipotesi, idee malsane? Lo sapremo solo nelle prossime settimane. Certo noi staremo a vedere, ci fermeremo alla finestra, con la mascherina e aspetteremo di comprendere cosa potrà accadere. Certo è che se due indizi fanno una prova basterà aspettare il terzio indizio, per non avere più dubbi.

Aspettiamo…