Il settimanale tedesco Spiegel scrive oggi che il cancelliere tedesco Angela Merkel si oppone alla candidatura di Mario Draghi quale nuovo presidente della Banca centrale europea a causa dell’alto debito pubblico dell’Italia. Se venisse confermata l’indiscrezione, la Germania si troverebbe in contrasto con altri partner europei.
Poche ore dopo che il ministro delle Finanze francese aveva detto che il suo collega Wolfgang Schaeuble sostiene il governatore della Banca d’Italia – così come Parigi – Der Spiegel riferisce di ciò che sembra un irrigidimento della posizione negoziale della Germania.
Dopo le dimissioni a sorpresa di Axel Weber dalla Bundesbank lo scorso febbraio, sembrava che Berlino avesse rinunciato ad avere un tedesco sulla poltrona più alta dell’Eurotower.
In mancanza di nuove candidature, quella di Draghi, che è anche presidente del Financial Stability Board, è emersa come quella più credibile. La settimana scorsa il nome dell’ex direttore generale del Tesoro italiano ha ricevuto anche il via libera del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy.
Ma la parola definitiva spetta alla Germania che è anche il principale contributore dell’Unione europea oltre che la prima economia del continente.
La settimana scorsa Der Spiegel raccontava che in cambio del suo via libera a Draghi la Merkel era determinata a ottenere importanti contropartite. Rappresentanti tedeschi dovranno ottenere due posizioni chiave a livello europeo e maggiori concessioni dovranno essere fatte dai partner sul fondo permanente di salvataggio della zona euro, l’European Stability Mechanism.
Dall’articolo apparso nell’ultimo numero del settimanale sembra che la posizione della Merkel si sia irrigidita e che un atteggiamento esitante nei confronti di Draghi abbia lasciato spazio a una vera e propria chiusura.
“Merkel considera Draghi molto professionale ma ne impedirebbe la nomina alla presidenza della Bce perchè teme che l’opinione pubblica tedesca non capirebbe come un rappresentante di un paese ad alto debito possa essere giudicato adatto ad essere il supremo guardiano dell’euro”, scrive il settimanale.