Società

Draghi: la crisi ha peggiorato le prospettive, urge un taglio della spesa pubblica del 7%

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA – “La crisi ha peggiorato le prospettive di finanza pubblica; non è più rinviabile un duraturo riequilibrio dei conti pubblici”. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in un intervento a un convegno dedicato alle infrastrutture.

PER PAREGGIO BILANCIO 2014 TAGLIO SPESE 7% – Per giungere al pareggio di bilancio nel 2014 come previsto dal Def del governo serve una riduzione delle spese del 7% in termini reali. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in un intervento sulle infrastrutture.

SERVE CONCORRENZA E LIBERALIZZAZIONI TRASPORTI – Draghi chiede “un’accelerazione nelle politiche di liberalizzazione e per la concorrenza” nel comparto dei trasporti. Il Governatore rileva come tali politiche appaiono “in grado di assicurare nel settore trasporti significativi guadagni di produttività. Vanno favoriti – rileva – e gestiti i processi di apertura dei mercati ai nuovi entranti”

SISTEMA APPALTI FRAMMENTATO, RISCHI CORRUZIONE – In Italia “il sistema degli appalti risulta ancora caratterizzato da un’elevata frammentazione” nonostante le numerose riforme degli ultimi anni. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia . In particolare, sottolinea come “alcune caratteristiche delle procedure di selezione dei contraenti privati espongono le amministrazioni a rischi di collusione e corruzione oltre che di frequenti e inefficienti rinegoziazioni dei contratti”.

CRESCITA ITALIA LENTA, PESA RITARDO INFRASTRUTTURE – “Da vari anni l’Italia cresce a ritmo insoddisfacente” e la “ripresa dopo la crisi appare lenta”. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia nell’intervento a un convegno dedicato alle infrastrutture. Comparto le cui carenze, secondo Draghi, “sono uno dei fattori che limitano la crescita e la produttività della nostra economia, accrescendo i costo per le imprese e i lavoratori” oltre a “disincentivare nuovi insediamenti produttivi, influendo negativamente sulla qualità della vita”.