Economia

Draghi: inflazione più alta del previsto, taglio stime Pil

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New York – Dopo l’operazione di maxi liquidita’ alle banche, come previsto la Banca centrale europea preferesce non passare all’azione, mantenendo lo status quo sui tassi di interesse al minimo dell’1,0%. Rimane allo 0,25% quello sui depositi e all’1,75% quello marginale.

Nella conferenza stampa seguita alla decisione, il numero uno dell’istituto di Francoforte parla poi di “segnali di stabilizzazione” nella zona euro, anche se l’outlook economico rimane caratterizzato da “rischi al ribasso”. Appare poi con più forza il problema dell’inflazione. “Riteniamo che i prezzi al consumo rimarranno sopra il 2% nel corso del 2012, intravediamo pressioni al rialzo” sull’inflazione. Ma “faremo di tutto per mantenere ancorate le aspettative inflazionistiche”. Il “target della Bce, (a tal proposito, rimane al 2%”.

Spiegando il problema dell’aumento dei prezzi, Draghi afferma che “l’inflazione rimarrà sopra il 2% nel corso del 2012” causa l’aumento dei “prezzi energetici”. Nell’anno in corso, il tasso si attesterà dunque tra “2,1% e 2,7%”, in rialzo rispetto alle precedenti stime, che parlavano di un tasso compreso quest’anno tra l’1,5% e il 2,5%. Ciò limita chiaramente la capacità di fare mosse accomodanti in materia di politica monetarie.

Sulla maxi iniezione di liquidità operata dalla Bce, “l’esito del LTRO è stato positivo” ma le misure adottate “non sono standard” e dunque “saranno temporanee”. Insomma, “dopo le nostre misure, la palla passa ai governi” e alle banche, visto che “la politica monetaria non può fare tutto”. Il nostro programma di “acquisti di bond, ripete Draghi, non è eterno”.

C’è da dire comunque che “abbiamo assistito a un molto modesto aumento dell’offerta di credito da parte delle banche” dopo l’erogazione di finanziamenti a tre anni e a un tasso fisso dell’1% avvenuta attraverso l’operazione LTRO. Fattore questo, che dimostra come le banche debbano fare ancora molti passi in avanti. In ogni caso, “vediamo un ritorno di fiducia sull’euro, che sta tornando la domanda da parte di fondi di investimenti e fondi pensione”.

Nel complesso, “stimiamo una stabilizzazione delle borse” e prevediamo una “ripresa della finanza della seconda parte del 2012”; guardiamo, ha detto Draghi, anche a una “stabilizzazione dell’attività economica che nel medio termine potrà tornare a una certa normalità”.

Tuttavia, il numero uno della Bce afferma che la Bce ha rivisto al ribasso le stime sul Pil europeo, che nel 2012 riporterà un trend compreso tra -0,5% e 0,3%, rispetto alle precedenti previsioni che parlavano di una performance compresa tra -0,4% e l’1%. Nel 2013, la crescita è poi prevista tra lo 0 e il 2,2%”.

Il messaggio di Draghi non e’ dei piu’ piacevoli. L’inflazione e’ tornata di fatto nel mirino della Banca centrale europea, complicando i tentativi di alimentare la crescita, mentre la crisi del debito sovrano sta spingendo l’economia della regione nel pantano della recessione. Sul sistema finanziario, “è essenziale che le banche rafforzino il proprio capitale”, mentre riguardo a una possibile uscita di un paese dalla zona euro, non “abbiamo un piano B e per ora non abbiamo intenzione di considerarlo”. Arriva poi una dichiarazione che lascia sperare: “Ci sarà un firewall adeguato anti-contagio. ”Ci sara’ un firewall adeguato” per l’Eurozona, che sarà in grado di evitare che le crisi del debito pubblico di un paese contagino anche gli altri membri dell’Eurozona.

Riguardo allo ‘scontro” Bce-Bundesbank – la seconda ha lanciato un avvertimento sull’operazione LTRO lanciata dall’istituto inviando una missiva – Draghi ha risposto in modo diplomatico alla domanda posta dalla stampa. “Siamo consci che ci sono rischi sui prezzi, ma non penso che da parte della Bundesbank ci sia stata una critica”. Io, ha continuato Draghi, “amo la cultura della Bundesbank che si basa sulla stabilità dei prezzi”. “Lasciatemi dire che i miei rapporti con Jens sono eccellenti, nessuno è isolato nella Bce, in special modo la Bundesbank non è isolata nel Consiglio dei governatori. Tutti siamo custudi della stabilità e condividiamo lo stesso ideale. La sostanza della lettera della Bundesbank è nelle nostri menti e quello che è stato scritto sull’equilibrio del Target 2 non puo’ essere certo ignorato. Siamo tutti sulla stessa barca”.

Riprendendo le parole proferite nel corso del meeting del G20 in Messico, Dragi mostra una vena di cauto ottimismo. “Ritengo che la situazione stia migliorando e che nell’Eurozona non siamo in recessione”. Sulla Grecia, ci sono “sviluppi importanti proprio in queste ore” e per questo motivo il numero uno della Bce preferisce non rilasciare ulteriori commenti.

Lanciando una sfida ai falchi teutonici di Francoforte, nelle prime due sessioni da presidente Mario Draghi aveva tagliato i tassi di interesse portandoli ai minimi dell’1,0%, raggiunto durante la fase piu’ acuta della crisi finanziaria nel 2009.