Gli indici continuano a scivolare, dopo la comunicazione del dato relativo agli ordini alle fabbriche di dicembre . L’indicatore ha registrato un aumento dello 0,4%, di poco superiore alle stime di un incremento dello 0,3%. L’indicatore e’ stato praticamente snobbato da Wall Street.
Il Dow Jones ha sfondato nuovamente l’importante soglia psicologica degli 8.000 punti. A rischio anche il Nasdaq, che si dirige pericolosamente verso quota 1.300.
A trascinare al ribasso Wall Street sono i timori degli investitori relativi all’affaire Iraq, alla vigilia del discorso che il Segretario di Stato americano Colin Powell presentera’ all’Onu. Powell dovrebbe presentare alcune prove sull’esistenza degli armamenti nucleari nel Paese di Saddam Hussein. I venti di guerra hanno ripercussioni immediate sulle quotazioni dell’oro. Il bene difensivo per eccellenza e’ salito a quota $375,80 all’oncia, dopo aver chiuso ai massimi degli ultimi sette anni a quota $376,40 a Hong Kong.
La fine dello sciopero in Venezuela provoca invece il calo del petrolio. Continua nel frattempo la corsa dell’euro , che sale nei confronti del biglietto verde a quota a 1,0858.
A fare capitolare i mercati sono poi le notizie sconfortanti provenienti dal fronte societario, che vedono in primo piano il “warning” sulle vendite lanciato da Alcatel (ALA – Nyse) e la flessione della piu’ grande societa’ assicurativa American International Group (AIG – Nyse). La societa’ ha annunciato l’accantonamento di $1,8 miliardi per coprire possibili perdite.
Notizie negative anche per il settore retail (RLX ). In mattinata e’ stato comunicato l’indice settimanale redatto dalle banche da Tokyo Mitsubishi –UBS Warburg sulle vendite delle catene di grandi magazzini americani. Il dato ha riportato un calo dello 0,9% nella settimana conclusasi il 1 febbraio scorso. Si tratta della prima flessione del 2003, rispetto alla crescita dello 0,6% riportata la scorsa settimana.
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