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Dove investire nel 2012

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Roma – Investire durante la crisi economica che sta travolgendo intero e decidere su cosa investire sembra oggi un’impresa ardua, ma in un’analisi riportata da Corriereconomia, gestori azionari e obbligazionari, protagonisti del Morningstar Funds Awards 2012, sono tutti d’accordo sul fatto che sarà certamente la Cina a guidare l’economia mondiale, sembra certo, anche se, come ha spiegato Francesco Tarabini Castellani country manager Italy di Vontobel, “la Cina è un paese senza storia democratica e, perciò, è una bomba innescata che potrebbe prima o poi esplodere”, meglio non investire in questo scenario in società nazionali perché controllate dallo Stato.

Meglio, secondo Tarabini Castellani, investire su multinazionali mirano a sfruttare la crescita demografica e il crescente potere di acquisto della classe media.

Secondo Matteo Bosco, country head Italy per Aberdeen, “la scarsa democraticità della Cina può tradursi in un vantaggio, quello di poter attuare le riforme, senza contare, che la Cina ha i conti pubblici in ordine, buone riserve e, come in tutti i paesi emergenti, è in atto un forte sviluppo demografico e della classe media che daranno un forte impulso ai consumi”.

Continueranno, invece, a crescere gli Usa, beneficiando dei tassi bassi, della grande credibilità in tutto il mondo e grazie al dollaro che resta la valuta di riferimento mondiale. Negli Usa conviene puntare su titoli di gruppi globali che realizzano la maggior parte degli utili nei Paesi in forte sviluppo, come gli Emergenti, come ad esempio Apple, Mac Donald, Coca Cola, Philip Morris.

Per quanto riguarda lo scenario degli Emergenti asiatici e sud americani, i gestori preferiscono puntare su aziende locali particolarmente interessanti, o su multinazionali, come Nestlé. Spostandoci poi in Europa, per Gianpaolo Giannelli, head of Professional Clients Invesco, i settori su cui puntare sono salute, beni di consumo e servizi. Secondo poi Stefano Colombi, responsabile azionario Italia di Mediolanum, le migliori opportunità vengono dal lusso made in Italy, mentre meglio tenersi alla larga dal comparto finanziario.

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