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Dopo il Bitcoin, sale febbre per titoli legati alla cannabis

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Dopo l’euforia del Bitcoin, gli investitori sono ora letteralmente impazziti per i titoli delle società produttrici di cannabis. Complice la decisione del Canada di procedere alla legalizzazione della cannabis (in Usa la sostanza resta illegale a livello federale ma non in molti Stati, dove è consentita a uso medico e ricreativo), i titoli  del settore stanno vivendo un vero e proprio boom.

Esemplare è il caso della società canadese Tilray, che ieri ha chiuso le contrattazioni con un rialzo poco sotto il 40%: il titolo che ha debuttato in Borsa nel mese di luglio a 17 dollari ora vale 338 dollari. Al momento il gruppo vanta una capitalizzazione di mercato superiore ai 20 miliardi di dollari con le azioni quotate 500 volte circa valore delle vendite stimete nel 2018.

Di fronte a questo rally, sono molti gli osservatori fanno notare che i prezzi attuali sono senza senso. È di questa idea Jon Najarian, co-fondatore di Investitute, che si è detto incredulo delle valutazioni attuali del settore:

“Sono valutazione che non hanno una giustificazione”ha detto in un’intervista di ieri.

Michael Antonelli, trader di Wall Street presso Baird, ha confrontato la forte spinta in avanti dei titoli legati alla cannabis a quello delle criptovalute nel 2017. Un esempio per tutti: nel solo quarto trimestre del 2017 le azioni Riot Blockchain avevano segnato un rialzo del 400%. Una fiammata che si è spenta quest’anno: il titolo perde l’85% da gennaio.

“Gli esseri umani sono creature emotive e niente è peggio che vedere il tuo amico diventare ricco perché sta investendo in azioni. Quindi ho pochi dubbi sul fatto che la gente stia inseguendo il titolo che corre di più per non sentirsi lasciata indietro.”