Legnano – Ieri, per la prima volta dopo quattro giorni, il dollaro ha riperso valore nei confronti dell’euro. Questo movimento non è stato determinato da una particolare notizia dal fronte macroeconomico quanto piuttosto ad un’assenza di motivazioni per la continuazione del trend ascendente della moneta americana. Vedremo se durante la settimana questo movimento continuerà.
Certamente non mancheranno i motivi per una continuazione del rafforzamento del dollaro: aumento dell’avversione al rischio, maggiori flussi verso gli Stati Uniti in vista di un secondo trimestre dell’anno più positivo per l’economia ed un acuirsi dei problemi dei paesi che partecipato all’euro.
In questo senso non possiamo non accennare al declassamento del credito della Grecia da parte di Standard & Poor’s da B a CCC (che rappresenta il livello più basso). Ad onor del vero, al rilascio di questa notizia, il cambio EurUsd non ha subito sbalzi particolari: anzi, nel breve c’è stato un rafforzamento dell’euro nei confronti della moneta americana.
Il concetto è molto semplice: le preoccupazioni per lo stato della Grecia non sono tanto determinate per quell’economia specifica (che pesa poco nell’ambito europeo e nell’euro), quanto per le possibilità di una propagazione verso gli altri paesi delle medesime problematiche (vedi Irlanda, Portogallo, Spagna, ecc…).
Inoltre, la decisione di S&P era tutt’altro che imprevista dopo che la stessa decisione era stata presa da altre due società di rating, Fitch e Moody’s. Il fatto che il mercato sia in qualche modo preparato ad un eventuale default della Grecia non deve però essere considerato come una ‘non notizia’ per le sorti della moneta unica: se tale evento si verificherà (e speriamo che ciò non accada) bisognerà stare molto attenti alla reazione dei mercati.
Passiamo all’analisi tecnica.
Nella prima giornata della settimana, abbiamo assistito ad una ripresa dell’euro nei confronti del dollaro: partendo dal supporto posto in area 1.4320, EurUsd è risalito fino ad un massimo di 1.4429, livello al quale ci troviamo anche questa mattina. In questo movimento di breve periodo, ha assunto particolare importanza il livello di 1.4375/14380 che possiamo considerare come una spartiacque tra una continuazione del trend ascendente dell’euro ed una fase invece di inversione di breve periodo.
Per quanto riguarda gli obiettivi di questo movimento pro euro, una violazione al rialzo di 1.4450 consentirebbe un ulterio strappo fino a 1.4490, resistenza che se violata aprirebbe scenari di ulteriore indebolimento del dollaro fino a 1.4650. Se l’ipotesi rialzista venisse meno e EurUsd violasse prima 1.4380 e poi 1.4320, il cambio potrebbe spingersi fino a 1.4180 ed in continuazione fino a 1.4000.
Continua la fase sostanzialmente laterale di medio periodo di UsdJpy: la rottura di 80.30 ha portato dapprima il cambio fino a 80.70 per poi riscendere verso 80.30. La tenuta di tale livello potrebbe spingere il cambio fino a 81.00 ed in accelerazione fino a 82.00. Lo scenario opposto, invece, troverebbe un supporto tra 79.50 e 79.75.
Anche EurJpy (che ricordiamo essere un cambio derivato da EurUsd e UsdJpy) continua nella fase laterale delle ultime tre settimane: permangono il supporto a 115.00 e la resistenza a 117.80: solo una rottura di uno di questi due livelli aprirebbe la strada verso 120 in caso di predominanza di forza dell’euro o 113.50 in caso di maggior forza di yen.
Il cable, dopo aver fatto un doppio minimo in area 1.6215, è risalito fino a 1.6410: una rottura di 1.6450 (resistenza dinamica di medio periodo) potrebbe spingere il cambio fino 1.6550 in prima battuta e 1.6750 in estensione.
Continua inesorabilmente il rafforzamento del franco svizzero nei confronti dell’euro: ieri è stato segnato un minimo a 1.2000 che rappresenta anche una soglia psicologica importante. Vedremo se da qui assisteremo ad una ripresa della moneta unica: in questo scenario, è importante una rottura confermata del livello di resistenza posto a 1.2315.
Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved