(WSI) – Il dollaro americano è rimbalzato lievemente contro lo yen ed il franco svizzero, ma rimane debole contro la maggior parte delle principali valute contro cui è quotato. Il motivo per cui gli investitori sono riluttanti a detenere dollari in questo particolare momento storico, risiede nel fatto che la percezione delle prossime mosse vede la Federal Reserve su linee comportamentali completamente diverse rispetto alle maggiori altre banche centrali.
La diatriba, che abbiamo brevemente introdotto ieri nel nostro Morning Adviser, risiede nel fatto di cessare o meno l’allentamento quantitativo, che da programmi precedenti, dovrebbe terminare in giugno 2011. Giugno 2011 è stato il termine temporale fissato a suo tempo in quanto pareva essere ragionevole per poter mostrare appieno i suoi effetti, dando una forte mano alla ripresa economica che serviva all’America e, con essa, a tutto il resto del mondo.
Ebbene, ci troviamo ora molto vicini a questa scadenza e le idee dei policy makers sembrano essere confuse e discordanti. Almeno sulla carta. La maggior parte delle personalità che hanno espresso il proprio parere risultano essere infatti dei membri non votanti. Si tratta di dichiarazioni che vanno dal non escludere la possibilità di vedere un nuovo QE3 all’eventualità di poter ritirare lentamente gli stimoli, protraendoli comunque oltre il termine sopraindicato.
Per quanto concerne i membri votanti, essi dovrebbero rivelarsi meno diretti e più diplomatici, lasciando l’incombenza dei commenti al presidente Bernanke, che oggi dovrà tenere il discorso semestrale davanti ai membri del Senato americano sulla politica monetaria. I possibili scenari, vedono un forte aumento di volatilità sui mercati finanziari in caso di messaggi non chiari lanciati dal numero uno della Fed, con la possibilità che il dollaro venga oltremodo venduto, ed in tutto questo, la vicinanza di punti tecnici importanti su molti fronti, potrebbe far sì che questo possibile fenomeno di breve periodo si autoalimenti e si autosostenga.
Di contro, parole decise e tutte in una direzione da parte di Bernanke, potrebbero aiutare a sostenere un po’ la fiducia degli investitori, che probabilmente girerebbero la sfera principale di attenzione alla macroeconomia che riguarda gli Stati Uniti, partendo dall’appuntamento principale di questa settimana, i Non Farm Payrolls di venerdì.
Questo perché si farebbe chiarezza sulle intenzioni della Fed, ed una volta fissati tempi e misure, non resterebbe null’altro da fare che cominciare a ragionare sul nuovo tentativo di ripartenza in volo dell’economia americana. In volo vero e proprio, non in volo radente come fin’ora.
Gli ultimi rapporti economici provenienti dagli Usa ci hanno consegnato dei risultati mescolati ed aumentando la poca chiarezza sulle prospettive di crescita dell’economia americana. Oggi l’ISM manifatturiero è previsto su livelli molto elevati, i migliori dallo scorso 2004. Il dollaro debole è sicuramente stato un beneficio significativo per il settore manifatturiero, ma la crescita di quest’ultimo non è sufficiente a sostenere l’economia basata sui servizi.
Il reddito delle persone fisiche è salito dell’1%, il ritmo più rapido in 20 mesi, ma le spese personali sono risultate inferiori sia rispetto alle aspettative, che alle precedenti. Questo declino è in parte imputabile al maggior costo dei beni energetici ed alimentari, ma il vero problema è rappresentato dal mercato del lavoro e dalla mancanza di occupati, ancora altissima.
Ribadiamo l’importanza dell’appuntamento di venerdì, dove il mercato sta prezzando un potenziale lieve incremento di posti di lavoro, che però dovrà mantenersi, anzi, migliorarsi ancora per qualche mese consecutivo, prima di poter sperare in qualcosa di nuovo. Un altro fattore da considerare è che il tasso di risparmio personale è aumentato da 5.4 a 5.8 lo scorso mese.
Normalmente, l’aumento del risparmio nel corso di una ripresa, fa più male che bene, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento degli introiti personali, che in futuro potrebbe tramutarsi in consumo.
Diamo ora uno sguardo nel dettaglio all’analisi dei principali tassi di cambio, incominciando dall’eurodollaro. In questo caso la tendenza evidenziata da due settimane continua il proprio svolgimento senza freni raggiungendo, anzi, un livello particolarmente considerato dal mercato. I prezzi infatti sono giunti con estrema precisione sul precedente massimo di 1.3860 ieri, compiendo un’inversione piuttosto repentina.
Il livello che consideriamo quindi come un trampolino di lancio da parecchi giorni ha dato prova di essere molto considerato dal mercato e sino a questo momento sembra essersi comportato come un perfetto doppio massimo portando all’inversione, nel breve, della tendenza in atto. Non è lontano il livello che davvero ci chiarirà che genere di movimento sia in atto: parliamo del supporto di 1.37-1.3710, non solo confermato come primo obiettivo utile di Fibonacci ma anche livello di congestione piuttosto evidente. Sino a che una rottura a ribasso non avverrà non ci sarà conferma dell’inversione del trend, per cui nuovi attacchi a 1.3860 potrebbero essere sempre in agguato.
Diamo uno sguardo ora al cambio UsdJpy, dove con altrettanta precisione possiamo individuare un livello piuttosto considerato dal mercato. In questo caso facciamo riferimento al supporto di 81.60, dove abbiamo visto nei tre giorni passati un’incredibile coincidenza di minimi, tale da farci indicare questo come potenziale ottimo livello di breakout per andare, successivamente, ad osservare un completamento della tendenza ribassista del cambio sino ad un ritorno ai minimi in area 81 figura. Il cambio in questo momento è alle prese con la resistenza di breve, 82.20, anche se in realtà il livello che osserviamo per valutare un’inversione più profonda è dato da 82.50, al quale transita la media di lungo sul grafico a 4 ore.
Le due situazioni appena descritte non hanno fatto altro che spingere a rialzo il cambio EurJpy. Con interesse abbiamo visto, ancora una volta ieri, quanto il livello di 112-112.10 sia stato rispettato dal mercato ed abbia portato in una giornata a quasi 150 punti di ripresa. Questo movimento non fa altro che riportare all’attualità il livello di resistenza che gravita nei pressi di 114 e alla cui rottura potremmo assistere ad un ritorno a quell’area di 115 a cui tanto abbiamo guardato durante il passato movimento rialzista.
Di nuovo tutto in salita anche il cable. In questo caso parliamo di una ripresa di 200 punti in una giornata che di nuovo ha favorito l’individuazione di 1.6275 come più importante livello per un’evoluzione ulteriormente rialzista del cambio. Ci troviamo ora quindi all’attacco del livello di massimo visto da un anno ed un mese esatto: inutile soffermarsi di nuovo a ricordare quale importanza, anche simbolica, potrebbe avere un superamento di questo livello e che cosa potrebbe portare in dote: 1.6450 (picco del 19 gennaio 2010) potrebbe essere solamente un primo assaggio.
Indubbiamente un momento di particolare forza per la sterlina che, anche nei confronti della moneta unica, guadagna terreno sino ad essersi riportata prossima al supporto di 0.8470, livello visibile durante la salita del cambio di settimana scorsa e punto di transito della media a 100 periodi esponenziale su grafico a 240 minuti.
La ripresa di ieri ha portato un leggero beneficio a due situazioni piuttosto complicate. Parliamo dell’evoluzione del franco svizzero che da ieri si è indebolito permettendo alla moneta unica ed al dollaro una leggera boccata d’ossigeno.
Il cambio UsdChf si trova in questo momento alla prova di rottura del massimo di 0.9320, dal quale dipende una ripresa maggiormente articolata, dall’obiettivo nei pressi di 0.9390.
Il cambio EurChf ha abbandonato con forza la figura 1.27, non prima di aver confermato ancora una volta quanto 1.2730 sia veramente il livello più importante da osservare per delle prossime evoluzioni ribassiste. Il primo livello di resistenza è per oggi a 1.2880 dove, oltre a trovarsi un’ottima coincidenza di livelli passati, transita il primo livello di pivot point di resistenza di giornata e, molto vicina, la nostra media mobile di lungo.
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