La debolezza del dollaro e’ storicamente poco favorevole per le borse mondiali. Ma le aziende non ne risentono tutte alla stessa maniera.
In seguito al recente taglio dei tassi effettuato dalla Fed e al non intervento deciso della Bce, il biglietto verde e’ tornato sotto la parità nei confronti dell’euro, accentuando il movimento di debolezza fino a 1,015.
Dopo il consistente rally dei mercati azionari, la valuta a stelle e strisce ha recuperato lievemente contro la moneta europea, ritracciando verso la parità.
Dal punto di vista tecnico, il dollaro si è avvicinato ai minimi dello scorso luglio: 1,021. Lo sfondamento di questo livello consentirebbe un ulteriore allungo fino alla successiva resistenza in area 1,07–1,08.
Diverse motivazioni spingono per un ulteriore indebolimento del biglietto verde, caldeggiato anche dai più autorevoli economisti, che vedono nella svalutazione del biglietto verde l’opportunità di ridurre il pesante debito commerciale degli USA e aiutare i bilanci delle aziende americane esportatrici.
In realtà, il vantaggio per le societa’ statunitensi è del tutto marginale, in quanto le attività europee raramente incidono per oltre il 20% del fatturato globale. Al contrario l’Europa non solo ha una maggiore quota export sul mercato USA, ma esporta anche in Oriente ed in America Latina, fatturando in dollari.
Per avere tutti i dettagli clicca su ANALYZE THIS, in INSIDER.
*Federico Schmid è gestore di BNP Paribas – Banque Privée, Italia