Disastro ferroviario in Grecia. Qual è la situazione dei treni italiani?

di Pierpaolo Molinengo
1 Marzo 2023 16:30

Lo scontro tra due treni, uno passeggeri ed uno merci, avvenuto nella città greca di Larissa, fino a questo momento ha fatto 38 vittime. A riportarlo è il quotidiano greco “Kathimerini”. Sono 66, invece, i feriti, che sono stati ricoverati in terapia intensiva nei vari ospedali. Il capostazione di Larissa è stato arrestato, nell’ambito delle indagini sul disastro ferroviario.

Stando a quanto ha riferito un giornalista greco della BBC, i treni stavano viaggiando a grande velocità. Nessuno dei due sapeva che l’altro stava arrivando dalla parte opposta: l’impatto è stato molto grave, tanto che, delle prime due carrozze, non è rimasto nulla dopo l’incidente.

A bordo del treno c’erano diversi studenti universitari, che stavano tornando a Salonicco, dopo un fine settimana leggermente più lungo a causa del Carnevale in Grecia. Il treno passeggeri, infatti, stava procedendo da Atene a Salonicco, che è la seconda città più importante della Grecia dopo la Capitale. Il treno merci, invece, viaggiava in direzione opposta.

Sono tre i vagoni che sono deragliati nel centro del paese a Larissa. Il treno passeggeri stava trasportando 350 persone. Uno dei vagoni ha preso fuoco e molte persone si sarebbero ritrovate intrappolate. Kostas Agorastos, governatore regionale, ha affermato che “più di 250 passeggeri sono stati trasferiti in autobus a Salonicco. Purtroppo il numero di feriti e morti è probabile che sia alto”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, in un tweet ha manifestato la vicinanza dell’Europa alla Grecia:

“I miei pensieri sono rivolti al popolo greco dopo il terribile incidente ferroviario che ha provocato tante vittime ieri sera vicino a Larissa. Tutta l’Europa è in lutto con voi. Auguro anche una pronta guarigione a tutti i feriti”.

Disastro ferroviario in Grecia, la situazione dei treni in Italia

Un incidente di tale entità può avvenire anche in Italia? Nel tentativo di rispondere a questa domanda diamo un’occhiata al nuovo rapporto Pendolaria 2023, che presenta un’analisi particolarmente critica delle condizioni dei trasporti ferroviari nel nostro paese. Stando ai dati che sono stati raccolti nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2022, in Italia sono state rilevate grandi disparità tra il nord e il sud del paese. Ci sono poche linee e spesso sono obsolete. Vi è un limitato numero di treni e dei ritardi infrastrutturali. I finanziamenti per aggiornare la rete ferroviaria sono insufficienti. Per avere un’idea di come si sta muovendo il nostro paese con i trasporti ferroviari, è sufficiente dare uno sguardo alle linee realizzate tra il 2018 ed il 2022:

  • 0,6 km nuovi binari nel 2018;
  • nessun nuovo tratto nel 2019-2020;
  • 1,7 km nuove linee nel 2021;
  • 5,3 km nel 2022 con la prima tratta della M4 di Milano.

Per quanto riguarda, invece, le linee dei tram, queste presentano sempre dei dati negativi, con una media di 2,1 chilometri all’anno. Nel corso degli ultimi tre anni non sono stati aperti dei nuovi tratti. Nel suo rapporto, Legambiente ha segnalato anche le linee peggiori in Italia. Tra queste ci sono:

  • Ex linee Circumvesuviane,
  • Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo,
  • Catania-Caltagirone-Gela,
  • Milano-Mortara,
  • Verona-Rovigo,
  • Rovigo-Chioggia,
  • Genova-Acqui-Asti,
  • Novara-Biella-Santhià,
  • Trento-Bassano Del Grappa,
  • Portomaggiore-Bologna,
  • Bari-Bitritto.

Legambiente spinge sulla necessità di investire le risorse pari a 500 milioni l’anno per migliorare le infrastrutture ferroviarie regionali e 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato:

“Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la “cura del ferro” del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina. Occorre investire in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, in linee ferroviarie urbane, suburbane ed extraurbane, potenziando il servizio dei treni regionali e Intercity. Al Ministro Matteo Salvini l’associazione ambientalista chiede di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere”.