New York – Rotta verso ovest, in Portogallo. Dopo che il parlamento greco ha accettato il nuovo round di misure di austerita’, i tecnici della troïka – Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Banca centrale europea – saranno a Lisbona mercoledi’.
I rappresentanti delle finanze pubbliche lusitane cercheranno di assicurare lea autorita’ circa la loro capacita’ di adottare le riforme richieste dalla Ue. In gioco c’e’ il versamento di aiuti per 14,9 mliardi di euro. Intanto i rendimenti sui bond decennali salgono al 12%.
All’apparenza la situazione e’ migliore di quella greca. Ne e’ convinto Fabrizio Quirighetti, chief economist della banca Syz & Co, il quale conferma in un’intervista al quotidiano Le Temps che Lisbona dispone di alcuni vantaggi rispetto ad Atene. “Il suo debito e’ piu’ ridotto, un certo consensus politico ha consentito di mettere in atto misure di austerita’ prima che i mercati lo reclamassero e il paese dispone di un accesso privilegiato a certe economie dei paesi in via di sviluppo, come l’Angola e il Brasile”.
Mentre la Grecia dovra’ rimborsare 14 millardi di euro, solo nel mese di marzo, il Portogallo ha davanti a lui una scadenza da rispettare di soli 10 miliardi nel 2012. Tuttavia, sempre secondo Fabrizio Quirighetti, il Portogallo rimane “il fratello piu’ piccolo della Grecia”. I sintomi e le cause della crisi, con un deficit pubblico ampliamente finanziato dall’estero, sono gli stessi della sorella maggiore.
[ARTICLEIMAGE]
Cio’ rende i due paesi piu’ vulnerabili di altri a una riduzione della fiducia da parte degli investitori stranieri. Quanto alle misure di lacrime e sangue – aumento delle tasse, calo dei salari, indebolimento del mercato del lavoro – dovrebbero provocare un ribasso del Pil del 3% nel 2012 e spingere il tasso di disoccupazione sopra il 13,6% attuale.