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Dietrofront borse Ue, ma Milano resiste. Futures Usa deboli

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Dopo un avvio positivo, sui mercati azionari del Vecchio Continente torna la cautela. Incidono anche le indicazioni che arrivano dagli Stati Uniti: i futures sul Dow Jones, Nasdaq e S&P 500 riportano infatti una performance contrastata, che sembra anticipare un avvio di seduta all’insegna dell’incertezza.

Alle 12 circa ora italiana, Piazza Affari vede comunque l’indice Ftse Mib -pur avendo azzerato gran parte dei guadagni messi a segno nelle prime battute -rimanere in territorio positivo e salire dello 0,45% circa.

Londra cede invece lo 0,55%, Francoforte lo 0,45%, Parigi lo 0,32%, Amsterdam lo 0,16%, mentre Bruxeless segna un +0,04%.

Inizialmente un report sulla crescita dell’export in Cina aveva portato gli investitori a essere ottimisti. La Cina ‘rimane il principale motore della crescita – aveva commentato un gestore – e’ un elemento positivo per i mercati in attesa del Beige Book’ della Fed che sara’ pubblicato in serata e, secondo gli analisti, ‘potrebbe enfatizzare un continuo aumento dell’attivita’ economica, guidata dal settore manifatturiero’.

A tal proposito, è atteso oggi anche il discorso del presidente Fed, Bernanke.

Il nervosismo degli investitori è stato evidente già in Asia. Protagonista la sessione negativa della borsa di Tokyo, che ha risentito della performance debole di Wall Street.

L’indice Nikkei ha perso così l’1,3% a 9410,19 punti, mentre il Topix ha lasciato sul terreno l’1,1% a 848,85 punti. Tra le altre borse asiatiche Seul ha terminato in calo dello 0,5% a 1642,80 punti, mentre Taiwan ha perso l’1,1% a 7071,67 punti.

Sui mercati asiatici hanno pesato ancora i timori su un aggravamento della crisi europea ed una serie di dati economici contrastanti.

Il dato sugli ordini di macchinari, risultato migliore delle attese, non è riuscito inoltre a risollevare il sentiment della borsa nipponica, che ha risentito del pessimo andamento dei titoli esportatori, con Honda che ha accusato l’impatto degli scioperi in corso in questi giorni.

Tornando all’Europa, si aspettano a questo punto i segnali che arriveranno da Wall Street.

Da segnalare la performance di oggi dell’euro, che nei primi scambi sui mercati valutari europei, è passato di mano a 1,965 dollari e 109,45 yen. La quotazione Bce di ieri era di 1,1942 dollari e 109,32 yen.

Le pressioni sulla moneta unica tuttavia rimangono, dopo il crollo segnato agli inizi della settimana.

Gli operatori guardano oggi anche alla lettera che è stata inviata al presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, dal cancelliere tedesco Merkel e dal presidente francese Sarkozy. I due hanno invitato Barroso a prendere in considerazione uno stop nella Unione Europea delle vendite di azioni allo scoperto e di bond statali.

Intanto, parole di fiducia sull’Europa sono arrivate oggi dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet.

L’Europa uscirà da questa crisi “più forte di come ci sia entrata”, ha affermato Trichet. “Purtroppo -ha continuato -c’è voluta proprio una crisi per mettere in rilievo l’urgente necessità di riforme, sia sulla finanza che sull’architettura di governance, vigilanza e controlli delle politiche economiche, ma almeno adesso in Europa “tutti hanno capito” che servono.

“Le riforme sono necessarie, e sono in corso d’opera”, ha detto intervenendo a un convegno a Francoforte, secondo quanto riporta un comunicato. Sulla Finanza si sta intervenendo per rendere il sistema più robusto, ma anche per “ristabilire un senso di valori di principio, in particolare un forte senso di responsabilità nei confronti dell’economia reale”.

E poi, in questa settimana si sono dovute riconoscere altre lezioni impartite dalla crisi, che riguardano la stessa “costituzione dell’Europa”. Servono rafforzamenti sui sistemi di governance delle politiche economiche e sulla vigilanza. “Penso che usciremo dalla crisi con una architettura istituzionale migliore e più forte di quelle con cui ci siamo entrati”.

“Alcuni osservatori hanno affermato che le soluzioni alle nostre difficoltà passano da una maggiore, e non una minore integrazione. E sono d’accordo – ha concluso Trichet -. Lasciatemi concludere ripetendo che nell’Unione economica e monetaria condividiamo uno stesso destino”.

Domani sempre a Francoforte tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce, per la consueta decisione di inizio mese sui tassi di interesse, non sono attese variazioni rispetto al minimo storico dell’1 per cento in vigore dal maggio dello scorso anno.