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Dexia: nuova ondata di sell off sul titolo, -30% su timori sopravvivenza

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Roma – Prosegue senza sosta l’ondata di sell off sul titolo di Dexia, la banca franco-belga che mantiene il controllo del 70% della banca italiana Dexia Crediop.

E’ da giorni che l’istituto e’ nel mirino della speculazione ribassista internazionale, tanto che il CDS (credit default swaps) di Dexia, cioe’ il derivato che in pratica assicura gli investitori dal fallimento del sottostante, è arrivato a testare i massimi, sopra quota 830 (il top storico e’ del 26 settembre a 836). Il CDS di Dexia a 5 anni trattava a 568 alla fine di maggio.

Nella giornata di ieri, è arrivata anche la minaccia di Moody’s: di fatto, il debito dell’istituto e’ a rischio declassamento, dopo che l’agenzia di rating Moody’s Investor Service ha messo sotto osservazione per un possibile downgrade le tre principali divisioni del gruppo in crisi.

Secondo quanto riporta Bloomberg, le quotazioni di Dexia hanno iniziato a scendere nella borsa di Bruxelles, dopo che il cda della banca ha chiesto all’amministratore delegato Pierre Mariani di adottare misure al fine di porre rimedio ai “problemi strutturali”.

In un comunicato diffuso via email, Dexia si è così espressa: “Nel contesto attuale, la dimensione degli asset di portafoglio non strategici sta avendo un impatto sul gruppo in modo strutturale. Questo è il motivo per cui il consiglio di amministrazione ha chiesto all’a.d., consultandosi con i governi principali e con le autorità di supervisione, di preparare le misure che sono necessarie per risolvere i problemi strutturali”.

Il cda di Dexia di è riunito nella giornata di ieri, per discutere l’opzione di un break-up del gruppo, dopo che la crisi dei debiti sovrani ha ridotto l’abilità della banca di ottenere i finanziamenti sul mercato.

A questo punto, una soluzione potrebbe essere la costituzione di una “bad bank”, in cui far concludere gli asset che performano peggio. E’ arrivata nel frattempo la dichiarazione del Ministero delle Finanze belga, che ha assicurato pieno sostegno alla banca, parlando anche di intervento nel caso in cui ciò dovesse rendersi necessario.