New York – I titoli della banca franco belga Dexia sono tartassati dalle vendite anche oggi, tanto che l’azione e’ stata sospesa su richiesta delle autorita’ di controllo della borsa di Parigi. L’istituto paga i problemi di liquidita’ e le prospettive di un impatto della crisi del debito sovrano. E ora si teme che l’istituto sia solo il primo di una lunga serie di banche a rischiare di fare default.
Carl Weinberg, Chief Economist di High Frequency Economics ha avvisato in una nota i clienti “i fondi vanno trovati o riducendo le spese delle finanze pubbliche delle nazioni dell’area euro o ottenendo in prestito dai contribuenti. Il rischio e’ che Dexia rappresenti solo la punta dell’iceberg”.
Il titolo e’ arrivato a perdere il 20% verso il finale di seduta prima che la Consob francese prendesse provvedimenti. Nei soli primi due giorni della settimana, la banca ha perso un terzo circa del suo valore e da lunedi’ il ribasso e’ del 45%. Ieri Goldman Sachs ha deciso di ridurre il giudizio sul titolo a Neutral da Buy.
Sono state dimenticate in fretta le promesse di una soluzione imminente da parte delle autorità europee. “Ritengo che una soluzione dovrebbe arrivare domani – ha detto ieri in un intervento radiofonico alla radio RTL Francois Baroin, ministro delle finanze francese – E’ innegabile che Dexia non possa rimanere alle condizioni attuali, visto che è stata colpita da una gestione molto negativa e da un modello di business altrettanto negativo”.
Secondo le indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, l’istituto potrebbe essere oggetto di un break up che prevederebbe la formazione di una “bad bank”. Asset per un valore di almeno 125 miliardi di euro potrebbero essere convogliati nella bad bank, che beneficerebbe delle garanzie dei governi belga e francese.
La divisione di finanze pubbliche passerĂ quasi sicuramente sotto il controllo delle casse di risparmio francesi Caisse des Depots & Consignations, o CDC, e La Banque Postale.
Intanto i rendimenti sui titoli di stato del Belgio – un paesa da un anno e mezza senza governo – schizzano al rialzo: lo yield del due anni e’ salito di 13 punti base al 2,35%, mentre il decennale di 3 punti base al 4,03%. La curva dei rendimenti si sta appiattendo.