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Detentori bond: spaventa proposta Ue. Spread Bund/Btp oltre quota 190

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Tornano a tremare i titoli bancari e soprattutto gli obbligazionisti in possesso di obbligazioni emesse dalle banche. A farla da padrone è sempre il tema dei debiti sovrani: il mercato dei titoli di stato è dunque ancora in tensione e nel caso specifico dell’Italia, il differenziale Bund/Btp supera quota 190.

C’è qualcosa di nuovo nell’aria, trapelato nelle ultime ore, che sta riportando sotto i riflettori la tragedia dei Piigs.

L’Europa sembra essere sempre più orientata a risolvere l’annoso problema mettendo in mezzo i detentori di obbligazioni (una ipotesi di cui si era già parlato mesi fa, con i dettagli che però spuntano solo ora).

Di fatto, la proprosta della Commissione Europea è quella di costringere i suddetti possessori di obbligazioni ad accettare una svalutazione degli investimenti che hanno effettuato in una banca a rischio o, altra alternativa, a convertire le loro obbligazioni in azioni. Questo, nell’intento di tutelare il pubblico più grande, quello dei contribuenti, che finora ha finanziato i vari salvataggi di banche e paesi europei. E anche per salvare le casse stesse dei governi, visto che in Europa il sostegno che i governi hanno garantito alle banche si è attestato al 13% del Pil, secondo quanto riporta la stessa Commissione europea.

“Dobbiamo creare un sistema che assicuri che l’Europa sia ben pronta a gestire i fallimenti delle banche in modo organizzato, e senza che i contribuenti debbano intervenire ancora per pagare i costi”, ha commentato il commissario Michel Barnier.

Ecco dunque in arrivo la bella batosta per i detentori di obbligazioni emesse dalle banche.

Se la proposta di cui sopra diventasse operativa, le autorità di regolamentazione dell’Unione europea, in caso di una banca a rischio, avrebbero infatti il potere di svalutare o convertire in azioni i debiti dell’istituto di credito. Con il risultato che sarebbe lo stesso investitore a rimetterci.

Nell’intento di evitare il panico, però, la Commissione europea ha puntualizzato che queste misure, se adottate, riguarderebbero solo i debiti emessi in futuro; i possessori di obbligazioni già emesse, insomma, sarebbero risparmiati dall’onere di accollarsi il rischio degli istituti di credito.