Economia

Deloitte: il settore dei servizi quello più colpito dallo stallo dell’economia italiana

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Quale sarà l’effetto del Coronavirus sull’economia italiana è la domanda che si è posta uno studio di Deloitte basato su modelli costruiti a partire da dati di serie storiche fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’European Centre for Disease Prevention and Control su un periodo di riferimento che va dal 31 dicembre 2019 al 26 marzo 2020.

In Italia, il c.d. “paziente uno” è stato ospedalizzato il 18 febbraio e il 21 febbraio i media italiani lo riportarono come il primo caso di cittadino italiano affetto da Coronavirus.
L’analisi dell’epidemia è stata effettuata attraverso modelli matematico-statistici predittivi (autoregressivi e logistici) basati sui dati storici registrati fino alla quarta settimana di marzo.
Per stimare l’impatto economico, nella prima fase Deloitte ha individuato la possibile dell’epidemia e successivamente è stato analizzato il possibile impatto economico per singolo settore in base al grado di pervasività, la durata del fenomeno e le restrizioni applicate ai singoli settori.

L’impatto del Covid-19 sul PIL

Lo studio di Deloitte rivela che l’impatto economico della pandemia da Covid-19 è ad oggi quantificabile in una perdita di 80 miliardi di Euro, pari a circa il 4,6% del PIL nazionale.

Per quanto riguarda l’impatto economico – ottenuto analizzando i relativi dati nazionali e regionali del valore della produzione resi noti dall’Istat nel 2018 e prendendo in considerazione un periodo ipotetico di emergenza che va dall’inizio del contagio (21 febbraio) alla peggior data prevista per la fine del contagio (25 luglio) – le conseguenze sul PIL italiano vengono stimate in flessione del 4,57% per il 2020 pari a 80,650 miliardi di Euro con una perdita stimata di oltre 800 milioni di Euro per l’agricoltura, 13,5 miliardi di Euro per l’industria e 137 miliardi di Euro per i servizi.

Ma non solo previsioni negative. Alla fine del contagio, è prevista una ripresa. Lo studio di Deloitte indica anche che, alla fine dell’emergenza, è prevedibile un periodo di ripresa dell’economia con un conseguente contraccolpo positivo stimabile tra il 5% e il 10% nei diversi settori.