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Deflazione? Magari, sarebbe “una bella cosa” per gli Usa. Dollaro “in una buca senza fondo”

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L’idea bizzarra secondo cui la deflazione e’ una “bella cosa” sicuramente mette Peter Schiff in una categoria a se’ stante e si attirera’ le critiche di tanti altri economisti. Ma questa e’ l’opinione con cui si sente piu’ a suo agio e in cui crede veramente. E tenuto conto che il dollaro si trova in “una buca senza fondo”, allora non sorprende che l’analista ritenga l’inflazione una minaccia molto piu’ grave e pericolosa della deflazione.

“La vera prova dell’inflazione e’ che la Fed sta creando troppa moneta”, ha dichiarato in un’intervista a Tech Ticker, aggiungendo che “i tassi di interesse a zero, il bilancio gonfiato della Fed e l’eventualita’ di nuove operazioni di acquisto di MBS e titoli del debito significano solo una cosa: piu’ monetizzazione e piu’ dollari stampati”. Ovvero la definizione per antonomasia di inflazione.

Di conseguenza, il presidente di Euro Pacific Capital ritiene che gli americani presto dovranno pagare di piu’ – molto di piu’ – per beni primari come cibo, vestiti, energia, servizi di assistenza medica e prodotti di elettronica al consumo. E i prezzi degli asset finanziari e immobiliari? Non faranno che scendere, ma scendere per davvero (ossia in rapporto all’inflazione) in termini reali.

A Shiff non sono piaciuti i commenti di Bernanke. Con l’immobiliare in crisi, la disoccupazione ancora su livelli molto elevati e il CPI in calo per tre mesi consecutivi, lo spettro della deflazione pesava sulle spalle del numero della Fed durante l’audizione tenuta al Congresso questa settimana.

In equlibrio su un filo molto sottile, Bernanke ha cercato di minimizzare la minaccia deflativa – “Non ritengo la deflazione un rischio a breve termine per gli Stati Uniti” – e di rassicurare i mercati precisando che “dovesse verificarsi una fase di deflazione, la Federal Reserve ha la capacita’ e gli strumenti per ribaltarla”. Il dibattito rimane aperto.