(Teleborsa) – Notifica a Bruxelles del testo di Disegno di Legge in materia di commercializzazione dei prodotti tessili e coordinamento con le norme nazionali già in vigore. Questi i punti su cui si è focalizzata l’audizione di Paolo Zegna, Vicepresidente di Confindustria per l’internazionalizzazione, presso la Commissione Industria del Senato. “Il Disegno di Legge punta a tutelare le produzioni nazionali nei comparti del tessile, della pelletteria e delle calzature attraverso una maggiore trasparenza, ribadendo l’esigenza di giungere ad un sistema di tracciabilità che assicuri maggiore e più completa informazione al consumatore. Gli obiettivi generali sono condivisi da Confindustria, che è da tempo impegnata per ottenere gli stessi risultati a livello comunitario per questi ed altri settori, quali la gioielleria, i mobili per arredo e le ceramiche”- ha sottolineato Paolo Zegna nel corso dell’audizione. “Affinché le norme in discussione siano effettivamente applicabili, è necessario effettuare la notifica della proposta di provvedimento ai competenti organismi UE per la verifica di compatibilità con l’ordinamento comunitario. Soprattutto in una fase congiunturale delicata come quella attuale, le imprese, gli operatori economici e gli enti pubblici preposti ad esercitare i controlli ed applicare le sanzioni hanno quanto mai bisogno di operare in un quadro che non generi incertezze di natura interpretativa ed applicativa- ha proseguito Zegna. “Confindustria ritiene, inoltre, che tale notifica avrebbe anche una funzione di stimolo, sollecitando la UE a varare, finalmente ed al più presto, la proposta di Regolamento comunitario, adottata dalla Commissione a fine 2005 e non ancora approvata definitivamente dal Consiglio, che stabilisce l’etichettatura di origine obbligatoria per taluni prodotti di provenienza extra-UE. Infine,- ha concluso Zegna – considerati i ripetuti interventi in materia di “Made in Italy” già effettuati dal Legislatore nazionale pochi mesi fa, va assicurato anche il coordinamento e l’integrazione delle varie norme nazionali per non creare sovrapposizioni e difficoltà interpretative che nuocerebbero alla competitività complessiva del nostro sistema industriale e produttivo”.