Enel soffre il nodo degli stranded cost.
Il disegno di legge sull’energia non “vede la luce” a causa dei dissidi tra Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, e Antonio Marzano, ministro delle Attività Produttive.
Nei mesi scorsi Marzano aveva promesso, a nome del Governo, che i cosiddetti “sovraccosti di produzione”, che derivano da impegni assunti dalle società elettriche prima della liberalizzazione e che adesso non sono recuperabili dopo l’apertura del mercato non sarebbero stati rimborsati ma “cancellati”.
Come? Attraverso l’eliminazione di una penale, la sanzione Idro, che i produttori devono pagare sulla produzione dell’energia da fonte idroelettrica.
Ma su questo punto Tremonti non è d’accordo. Gli stranded cost, che secondo le ultime stime ammonterebbero a circa €7,7 miliardi, dovrebbero essere rimborsati cash entro sette anni, come peraltro risultava dal prospetto informativo consegnato ai sottoscrittori del titolo.
La paura di Tremonti è che il mancato rimborso “diretto” di questi costi possa nuocere al titolo. Tremonti, forse, ha a cuore le sorti del titolo anche perché siamo alla vigilia del collocamento della seconda tranche di Enel, e il governo è attento a incassare il più possibile.
Secondo alcune indiscrezioni, riportate da un quotidiano finanziario, l’incontro tra lo staff dei due ministri sulla delicata questione si è concluso con un nulla di fatto.
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