Mercati

Dazi si, dazi no: il Bitcoin si comporta come un titolo tecnologico ad alta volatilità

“Chi tratta Bitcoin come un asset speculativo a breve termine potrebbe stare cedendolo a chi lo sta accumulando come valvola di sfogo a lungo termine”. Così scrive in una nota Ayush Tripathi, Research Analyst Europe di Bitwise, descrivendo quello sta succedendo nel mercato delle criptovalute nel pieno della burrasca scatenata dalla politica commerciale di Donald Trump. Fattore che ha incrementato la volatilità nel mercato del Bitcoin, con oscillazioni significative in risposta ai nuovi dazi.  il prezzo del Bitcoin si attesta intorno a $85.579, mostrando una leggera ripresa rispetto ai minimi recenti.

“La settimana scorsa, i mercati hanno registrato un forte rally di “sollievo” e anche Bitcoin è rimbalzato da quota 75.000 a quasi 85.000 dollari, in linea con l’andamento dei titoli azionari. Tuttavia, il sentiment rimane fragile, e la maggior parte dei movimenti di prezzo sembra essere stata causata da ricoperture di posizioni short, piuttosto che da una ripresa strutturale del sistema” ha spiegato Tripathi, aggiungendo che il Bitcoin, come il resto del settore cripto, continua per ora a comportarsi più come un titolo tecnologico ad alta volatilità che come un bene rifugio.

Un confronto con il Nasdaq

Nella stessa nota, Tripathi spiega che nell’ultimo anno, il Bitcoin è cresciuto del 29,99% in dollari, rispetto al solo 5,28% del Nasdaq. Una performance che sottolinea il suo potenziale, ma che resta fortemente correlato ai cicli di liquidità.

“L’oro ha raggiunto massimi storici, mentre Bitcoin è rimasto indietro. Questa divergenza riflette l’identità in evoluzione di Bitcoin: non ancora un asset completamente “risk-off”, ma sempre più visto dagli investitori di lungo termine come una copertura strutturale contro il malfunzionamento sovrano. La tenuta del livello degli 80.000 dollari – continua l’esperto – suggerisce che i grandi investitori stanno difendendo livelli chiave, dato che la politica monetaria rimane “bloccata”. A supporto di questa tendenza, oltre il 63,4% dell’offerta di Bitcoin non si è mossa da almeno un anno — un segnale di forte convinzione tra i detentori di lungo termine”.

Il contesto macro resta in certo

Tutto questo avviene in un momento in cui il contesto macro rimane incerto

“la liquidità è scarsa, ma l’inflazione si sta attenuando, la crescita è in stallo e il Tesoro USA si trova ad affrontare un disavanzo di finanziamento di 4,5 trilioni di dollari entro la fine dell’anno. Queste pressioni costringeranno probabilmente i decisori politici a tornare verso politiche accomodanti e quando la liquidità ritorna, storicamente Bitcoin supera tutti gli altri asset “risk-on” conclude l’analista.

Cosa è successo nell’ultima settimana

Analizzando i diversi asset digitali, la scorsa settimana Bitcoin ha riportato i maggiori deflussi, pari a $751 milioni. I flussi positivi sulla criptovaluta – da inizio anno a oggi – restano pari a $545 milioni di dollari. La flessione nei flussi del Bitcoin è stata registrata in diversi Paesi, a dimostrazione che il sentiment negativo rimane diffuso. Anche lo short-bitcoin ha mostrato un comportamento simile, con deflussi pari a $4,6 milioni. È quanto riporta il Digital Asset Fund Flows Weekly di CoinShares, la principale società di investimento europea specializzata in asset digitali.

Dopo Bitcoin, Ethereum è stato l’asset digitale che ha riportato i secondi maggiori deflussi pari a $37,6 milioni di dollari. Anche
Solana, Aave e Sui hanno seguito la tendenza, con flussi negativi rispettivamente di $5,1 milioni, $0,78 milioni e $0,58 milioni.
Altre altcoin, invece, hanno registrato flussi positivi la scorsa settimana. Tra queste, XRP – con afflussi pari a 3,5 milioni di dollari – e Ondo, Algorand e Avalanche, con flussi positivi rispettivamente di $0,46 milioni, $ 0,25 milioni e $0,25 milioni.