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DANIELI NELLA LISTA DEI TITOLI CHE CAPITALIZZANO MENO DELLA CASSA

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(WSI) – C’è anche Danieli fra le 2.267 società in giro per il mondo
che in Borsa capitalizzano meno della propria cassa.
Secondo gli esperti di Bloomberg, l’attuale fase sta
moltiplicando le aziende che offrono profitti a costo teoricamente
nullo. Sono gli effetti della caduta delle Borse,
che ha vaporizzato 32.000 miliardi di dollari di capitalizzazione.

Tanto che le società dell’indice Msci World
passano di mano a 1,17 volte il proprio valore netto,
ai minimi degli ultimi 13 anni, mentre il 39% di esse
vale in Borsa meno del proprio patrimonio netto. Peraltro,
lo tsunami ha investito big e small cap. Coinvolgendo,
appunto, anche il gruppo di Buttrio, che ieri ha terminato
la seduta con un +7,33% a quota 6,22 euro:
negli ultimi tre mesi Danieli ha perso infatti quasi due
terzi del proprio valore borsistico, arrivando ora a valere,
a fronte di 740,5 milioni
di patrimonio netto,
poco più di 400 milioni
di euro.

Numeri
decisamente contenuti,
tenendo conto che il
gruppo guidato da
Gianpietro Benedetti
al 30 settembre poteva
vantare una posizione
finanziaria netta positiva
per 691 milioni di
euro. E che nel primo
trimestre (la società chiude l’esercizio al 30 giugno) ha
visto aumentare i ricavi del 37% a 745 milioni, con
46,3 milioni di ebitda (+20%) e un utile netto di 32
milioni (+82%), nonostante una contrazione del 18% a
livello di ebit. E con un portafoglio ordini che si attesta
a 4,9 miliardi di euro.

A pesare sul valore borsistico di
Danieli, l’outlook negativo del settore: il management
ritiene infatti che il mercato globale dell’acciaio possa
ridursi nel 2009 di circa il 10-15% in termini di volumi
con un abbattimento dei margini reddituali.

Eppure, secondo gli analisti di Bloomberg, investire
sulle società ricche di cassa sembra convenire. A fine
2002, quindi al termine del precedente bear market, le
società che capitalizzavano meno della propria cassa
netta erano 276: un anno dopo il rendimento mediano
di questi titoli era stato del 115%, pertanto quasi il triplo
rispetto a quanto messo a segno nello stesso periodo
dall’S&P500.

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