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Dall’ultimo sms alla bici, la strage di Nizza resta avvolta nel mistero

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NEW YORK (WSI) – A quattro giorni dalla strage di Nizza, avvenuta nella serata del 14 luglio, restano ancora numerosi i misteri e i punti interrogativi legati all’attentato che e’ costato la vita a 84 persone. Man mano che procedono le indagini, appare sempre più probabile agli inquirenti che Mohamed Lahouaiej Bouhlel abbia agito con l’aiuto di qualche complice.

Intanto questa mattina, secondo quanto riferisce Le Figaro un uomo e una donna sono stati arrestati. Salgono così a sette, tra le quali l’ex moglie del killer, Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, le persone fermate nell’ambito dell’inchiesta sulla strage.  Sempre secondo quanto riferisce il sito del giornale francse, citando fonti vicine agli inquirenti, il killer aveva fatto alcuni sopralluoghi con il camion nei giorni precedenti l’attentato, per la precisione il 12 e il 13 luglio.

“Più l’inchiesta va avanti, più è ragionevole ipotizzare che Mohamed Lahouaiej Bouhlel non sia il solo protagonista di questa vicenda. Che fosse parte di un piano in cui qualcosa non è andata per il verso giusto. O comunque non come era stato fatto credere a Mohamed che dovesse andare” hanno fatto sapere dall’Intelligence francese.

In particolare, appare difficile pensare che Mohamed si stesse preparando a morire. Soprattutto alla luce di testimonianze come quella del fratello Jabeur, residente a Tunisi. “Sentivo spesso Mohamed al telefono. L’ultima volta è stata il pomeriggio di giovedì 14 luglio. Mi disse che era a Nizza per celebrare con i suoi amici europei la festa nazionale francese. Sembrava molto felice” . Jabeur aggiunge dell’altro: “Negli ultimi tempi non faceva che chiedermi dei nostri genitori. Mi aveva detto che sarebbe tornato presto a vivere a Msaken. E aveva anche cominciato a spedire telefoni cellulari e del denaro. Piccole somme. Trecento, quattrocento euro alla volta” ha detto dall’agenzia di stampa Reuters. Non a quanto pare, dunque, la “fortuna” di cui hanno scritto alcuni quotidiani inglesi (100 mila euro).

Restano avvolti nel mistero anche le ultime ore di Mohamed. “Sempre quel 14 luglio – riporta la Repubblica – c’è un altro gesto di Mohamed quantomeno incongruo per chi si prepara a morire. Per raggiungere il Tir con cui percorrerà dopo le 22.30 i 2 chilometri della Promenade usa una bicicletta che, curiosamente, non abbandona, ma carica diligentemente nel cassone del camion. Come se a un certo punto di quella notte gli dovesse servire. Come se ci debba essere un dopo, appunto”.

Non e’ inoltre chiaro il significato di un ultimo sms inviato dal cellulare del tunisino a uno dei suoi interlocutori di quella notte (si tratta di uno dei 7 uomini attualmente fermati e di cui il quotidiano El Pais indica il cognome in tale Choukri). “Manda altre armi”, scrive. E lo scrive cinque minuti prima di forzare il blocco che immetterà il tir bianco sulla Promenade. Dunque, quelle “altre armi” vanno “mandate” in un punto di consegna che non può essere certo il camion già in movimento. Come se a metà di quel tragitto fosse accaduto qualcosa.