Roma – Il mondo arabo è ormai da mesi ufficialmente in fiamme, ma chi pensa che le rivolte saranno arginate nell’area si sbaglia. Il rischio di nuove violente proteste in altri paesi è una realtà e anche il regime cinese dovrebbe iniziare ad aver paura.
Ecco gli undici paesi che, secondo quanto scrive Gregory White, giornalista che ha lavorato in passato per il The Huffington Post e Msnbc, potrebbero seguire le tracce della Tunisia, dell’Egitto e della Libia.
Siria. Le rivolte qui sono già iniziate: sebbene la situazione economica non sia così disastrosa come in altri paesi arabi, i manifestanti hanno già iniziato a far sentire la loro voce, bruciando alcuni palazzi governativi e minacciando la stabilità del regime del presidente Bashae al-Assad. Il presidente ritiene che la sua amicizia con l’Iran e il sostegno per la causa palestinese lo terrà al sicuro: ma le ultime prove lasciano pensare che tali argomentazioni hanno già perso valore. Investimenti da considerare nella zona: nessuno.
Bahrein. Ci troviamo in questo caso in presenza di una monarchia costituzionale. Le proteste che si sono avvicendate negli ultimi giorni, guidate dagli sciiti, sono state rintuzzate violentemente anche con l’aiuto dell’Arabia Saudita. Ma attenzione all’Iran, che appoggia gli sciiti. Investimenti a cui guardare: WisdomTree Middle East Dividend Fund (GULF) e Market Vectors Gulf States ETF (MES).
Yemen. Democrazia presidenziale con elezioni non interamente libere. E’ recente il caso di venerdì scorso, quando la rivolta si è conclusa con la morte di decine di civili, uccisi dalle forze del governo. Il futuro dello Yemen è strettamente legato a quello dell’Arabia Saudita. Se i sauditi continueranno a sostenere l’oppressione del governo, bagni di sangue come quello di venerdì scorso non termineranno. Investimenti da osservare: nessuno.
Arabia Saudita Nel paese vige la monarchia assoluta. Il governo ha già dimostrato di voler usare la forza contro il proprio popolo ma anche contro altre popolazioni del mondo arabo. L’Arabia Saudita vuole mantenere la propria egemonia nell’area e soprattutto vuole fare il possibile per impedire all’Iran di influenzare la minoranza sciita. Investimenti a cui guardare: anche in questo caso, WisdomTree Middle East Dividend Fund (GULF)e Market Vectors Gulf States ETF (MES)
Iran. Il paese sta facendo fronte alla minaccia di proteste interne, dopo la rivoluzione massiccia soppressa nel 2009 in modo brutale. Ma l’Iran potrebbe decidere di interferire presto in Bahrein, appoggiando gli sciiti. Nel “worst case scenario”, ovvero nella peggiore delle ipotesi, potrebbe entrare in conflitto anche con l’Arabia Saudita.
Marocco. Con una monarchia di tipo costituzionale, il Marocco sta fronteggiando un movimento di protesta: proprio per evitare il peggio, il re del paese si sta mettendo all’opera per approvare importanti riforme. L’aria che si avverte è di una forte impazienza. Investimenti a cui guardare: SPDR S&P Emerging Middle East & Africa ETF (GAF).
Giordania. Anche la Giordania sta continuando a far fronte al problema delle manifestazioni, sebbene la leadership del paese sia stata oggetto di rimpasto. Centinaia di persone hanno protestato lo scorso venerdì. Nel paese vige una monarchia costituzionale, che rappresenta una forma limitata di democrazia. I manifestanti al momento chiedono che vengano attuate riforme alla costituzione, e la pressione sta aumentando. Investimenti da monitorare: SPDR S&P Emerging Middle East & Africa ETF (GAF)
Pakistan. Il paese, caratterizzato da una repubblica democratica, sta attraversando un periodo di seria crisi da un punto di vista economico e la debolezza dello stato è stata dimostrata a pieno durante le recenti inondazioni che hanno messo in ginocchio la nazione. In più, le tensioni geopolitiche sono legate ai rapporti con gli Stati Uniti e con i talebani. Esiste una grande forza pro-musulmana integralista che si oppone al governo. Non è escluso così il rischio di un colpo di stato, simile a quello che ha portato al potere Musharraf. Investimenti da monitorare: Claymore’s BNY Mellon Frontier Markets ETF (FRN).
Vietnam. Capitalismo autoritario. In Asia, il paese sembra un probabile candidato per l’esplosione di nuove manifestazioni, soprattutto in caso di peggioramento dell’economia e di aumento del tasso di disoccupazione- Una forte recessione porterebbe a un’opposizione contro il governo di stampo comunista. Investimenti da monitorare: Market Vectors Vietnam (VNM).
Venezuela. Repubblica autoritaria. L’economia impone un cambiamento di governo e non c’è modo di sapere al momento se il presidente Hugo Chavez abbia imposto la propria presenza per un arco temporale troppo lungo. Ma a tal proposito si può dire che il paese non ha sperimentato l’oppressione di lungo termine, come è stato nel caso dell’Egitto.
Cina. Attenti al paese del Dragone. Il forte rialzo dei prezzi e l’elevato tasso di disoccupazione rendono sempre più probabile una serie di proteste, soprattutto nelle zone rurali. Il dubbio però è fin dove le manifestazioni potrebbero propagarsi. Una scintilla che farebbe esplodere il caos potrebbe essere rappresentata da una eventuale crisi di liquidità e da una crisi bancaria, dunque da una recessione.