Economia

Dal Portogallo: ‘Il debito è l’unica arma che abbiamo’

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Roma – I sacrifici che l’Europa, capitanata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, sta chiedendo ai singoli paesi, stanno scatenando la frustrazione di diversi popoli. Cittadini normali, che sono stanchi delle spese dei governi, delle tasse che devono pagare, delle misure di austerity che sono state loro imposte, iniziano a ribellarsi, a vedersi rappresentati da correnti politiche altrettanto agguerrite. E non parliamo solo della Francia, vista la chiara “minaccia” portoghese, ben descritta in un editoriale di Ambrose Evans-Pritchard, pubblicato nel The Telegraph.

L’esperto di euro riporta le dichiarazioni di Pedro Nuno Santos, vice-presidente del partito socialista del Parlamento portoghese. “Noi abbiamo una bomba atomica che possiamo lanciare contro la Germania e la Francia: e questa bomba atomica è semplicemente la seguente: noi non pagheremo”.

Così ha continuato Nuno Santos: “il debito è la nostra sola arma che possiamo usare per imporre condizioni migliori, e questo perchè è la stessa recessione che ci sta impedendo di rispettare l’accordo raggiunto con la Troika (ovvero con gli ispettori dell’Ue, della Bce e del Fmi). Noi dovremmo far tremare le gambe dei banchieri tedeschi.

Le dichiarazioni arrivano in un momento, spiega l’editorialista inglese, in cui il “Portogallo sta scivolando in una recessione sempre più profonda, con le stime che parlano di una contrazione del Pil, nel 2012, pari al 3%. Nella giornata di ieri, diversi manifestanti hanno marciato per le strade di Lisbona, denunciando i piani del nuovo governo di matrice conservatrice, volti ad aumentare la settimana lavorativa a 42 ore. I salari stanno per essere tagliati del 16% per chi ha redditi più alti e dell’8% per i dipendenti pubblici a redditi minori”.

Nuno Santos non ci sta. E invoca i paesi del sud-Europa a unire le loro forze , per resistere alle imposizioni di austerity e alle politiche recessive che i poteri centrali stanno mettendo in atto”, stando a quanto riporta Evans-Pritchard. “E’ incomprensibile che i paesi periferici non facciano quanto il presidente francese e la cancelliera stanno facendo, ovvero unirsi”, tuona il politico.

I partiti di sinistra, spiega il commentare, si stanno lanciando in nuove sfide, accusando il potere di destra di sfruttare la macchina europea per smantellare le misure di welfare e zittire la voce dei sindacati. E il punto è che Angela Merkel, Nicolas Sarkozy, l’olandese Mark Rutte sono tutti conservatori, e presto saranno raggiunti dallo spagnolo Mariano Rajoy.

Le acque si agitano però anche in Francia: “Francois Hollande, leader dei socialisti francesi, considerato il candidato che ha maggiori possibilità di presentarsi alle elezioni presidenziali, ha già detto ai cittadini francesi che, nel caso in cui venisse eletto il prossimo maggio, tenterà di rinegoziare l’accordo raggiunto dall’Unione europea nel summit della scorsa settimana, affermando poi che tale accordo viola la sovranità fiscale del parlamento europeo, impone una austerità perpetua, e non permette ai paesi che soffrono di trovare l’uscita dalla crisi economica”, riassume l’editorialista del Telegraph.

E Oskar Lafontaine, leader di Linke,partito tedesco orientato a sinistra, ha già affermato che l’euro sta percorrendo un cammino di distruzione, causa le attuali politiche messe in atto.

Insomma, in tutta Europa, scrive Ambrose Evans-Pritchard, si parla di “default nucleare”, di minacce delle sinistra che attaccano le misure decise dall’Unione europea. La rabbia è manifestata soprattutto dai paesi sud-europei che sono stanchi di subire quelle che loro considerano imposizioni dei poteri del Nord. E il rischio è l’escalation delle tensioni sociali, già in forte ascesa.