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DAL NUOVO MERCATO AL NASDAQ

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Vitamic, Finmatica e I.Net. E’ toccato mercoledi’ a queste tre societa’ del Nuovo Mercato esordire a New York in un road show internazionale che durera’ fino al 20 aprile, l’Euroland Equity Forum. Secondo analisti e addetti ai lavori l’evento costituisce per le societa’ europee la premessa necessaria a presentarsi, e poi forse a quotarsi, sui listini americani.

Il road show, sponsorizzato da Borsa Italiana e dal Nuovo Mercato (sono presenti a New York l’amministratore delegato Massimo Capuano e la responsabile del NM Maria Pierdicchi) nonche’ da Deutsche Borse e Euronext, ha uno scopo preciso: presentare agli analisti della New York Society of Security Analysts le migliori aziende europee (italiane, francesi, tedesche, austriache e olandesi) nei settori TMT – tecnologia, media, telecomunicazioni -, biotecnologia, finanza, immobiliare e retail.

Oltre a Vitaminic, Finmatica e I.Net, per l’Italia partecipano anche – da giovedi’ – Novuspharma, Biosearch Italia, e.Biscom, Replay, TXT e-Solutions, Aisoftware, Prima Industrie e Art’e’, con la presenza a New York dei rispettivi presidenti e amministratori delegati.

(Va notato che la prima giornata di lavori del Forum ha portato una gran fortuna: mercoledi’ mentre gli italiani presentavano le loro aziende, l’indice Nasdaq era in pieno boom con un rialzo del 10%, un mega-rally scatenato dall’improvviso taglio dei tassi deciso dalla Fed).

Ma alle domande: perche’ qui a New York? e inoltre: queste aziende italiane del Nuovo Mercato si quoteranno al Nasdaq? non e’ facile rispondere. Se non altro perche’ contraddittorie sono le risposte ricevute da Wall Street Italia dai rappresentanti della prima giornata di lavori, Vitaminic, Finmatica e I.Net.

“La spiegazione, per quale motivo siamo venuti qui – afferma Paolo Lesbo, Investitor Relations Manager di Inet – e’ semplice: durante il road show per il nostro Ipo eravamo venuti negli Stati Uniti dove avevamo incontrato investitori di New York, Chicago e Boston; alcuni di loro avevano poi investito al momento del collocamento. Questo Forum era quindi una buona occasione per rifarsi vivi, qui in America, dopo un anno, se non altro per aggiornare gli investitori sullo sviluppo del business”.

Il Chief Executive Officer di Finmatica, Fabio Bottari, dice invece: “Se proprio dobbiamo essere precisi, Finmatica doveva essere quotata al Nasdaq gia’ da tempo. Tuttavia, a causa di alcuni problemi sorti con una banca d’affari USA, abbiamo dovuto rimandare l’esordio sul listino americano. Resta ferma pero’ la nostra intenzione di approdare al Nasdaq; accadra’ non appena verra’ meno l’incertezza che ancora regna a Wall Street”.

Tra le due dichiarazioni, nel mezzo s’inserisce quella del Ceo di Vitaminic, Gianluca Dettori. Il quale, nell’evidenziare la posizione di leadership che Vitamic riveste sul mercato europeo della distribuzione di musica su internet, non ha affatto escluso di puntare a quotarsi sul mercato americano.

Una conferma indiretta: da poco Vitaminic ha inaugurato la sua prima sede statunitense, a San Francisco.

Se dunque trarre una conclusione univoca delle strategie di queste aziende del Nuovo Mercato non sembra facile, sta di fatto che, per molti analisti e advisor, le cose sono piu’ chiare di quanto non sembrino.

“A me pare abbastanza consequenziale la scelta di partecipare all’Euroland Equity Forum con l’intenzione prima o poi di sbarcare sul mercato azionario USA”, ha confidato a Wall Street Italia Niccolo’ Zanchi, di Grant Thornton & Partners Spa. “Ed e’ indubbio – prosegue Zanchi – che per un’azienda del Nuovo Mercato quotarsi a Wall Street rappresenti un passo molto importante”.

Quotandosi, ci sono pro e contro. Oltre alla difficile fase attraversata dal Nasdaq, “vedere scorrere il simbolo della propria societa’ a New Yok rappresenta costi non indifferenti – prosegue Zanchi – primo tra tutti quello relativo all’Investor Relations, un’operazione che qui negli States e’ vista come un onere di bilancio molto piu’ che in Italia”. Inoltre, secondo gli analisti, la liquidita’ – cioe’ il numero di titoli scambiati – proveniente da una quotazione al Nasdaq e’ di fatto limitata. E il gioco non varrebbe la candela.

Non solo. “Quotarsi in America – conclude Zanchi –e’ una decisione che per forza di cose deve seguire l’ insediamento industrale e commerciale sul territorio, cioe’ negli Stati Uniti. Con tutti i rischi e le incognite che l’operazione comporta”.

Tuttavia lo sbarco sul listino hi-tech piu’ seguito del mondo darebbe alle aziende italiane del NM una visibilita’ internazionale straordinaria. E quando, passata la buriana, il Toro tornera’ a scorrazzare a Wall Street, i vantaggi di una doppia quotazione Nuovo Mercato-Nasdaq saranno notevoli. Soprattutto per i titoli a piu’ larga capitalizzazione, fanno notare gli analisti. Come Tiscali, e.Biscom, Finmatica.

Il road show comunque, secondo la Borsa Italiana, punta soprattutto a far conoscere queste aziende ad analisti e fondi di investimento americani. Anche in considerazione del fatto che un terzo degli scambi di Piazza Affari – sia sul mercato tradizionale che sul Nuovo Mercato – provengono dall’estero. E in gran parte proprio dagli USA.